VISTI DA FUORI, L’ECONOMIST CHIAMA MONTI: RUN, MARIO, RUN

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(Public Policy) – Roma, 14 dic – Per l’Italia ci sono tre
opzioni, “una terribile, una accettabile e una
potenzialmente molto buona”. Lo scrive l’Economist in un
editoriale pubblicato oggi sul suo sito. “Il terribile
sarebbe il ritorno di Berlusconi. Fortunatamente, il Pdl sta
languendo a poco più del 15% nei sondaggi, e l’anziano
magnate dei media sarà inoltre accusato da alcuni elettori
di aver fatto cadere Monti”.

BERSANI È UN RIFORMATORE, MA..
“La scorsa settimana – si legge – abbiamo detto che
l’onorevole Bersani come primo ministro, con il commissario
Monti come presidente, sarebbe stato un risultato
ragionevole. Ora, però, c’è la possibilità di qualcosa di
meglio: Mario Monti stesso potrebbe essere eletto come primo
ministro”.

“Bersani è stato un riformatore quando era ministro durante
l’ultimo governo, tra il 2006 e il 2008. Ha promesso di
rispettare ampiamente le politiche combinate di austerità
fiscale e riforme strutturali disposte da Monti. Ma può
trovare difficile riuscire nel suo intento, se dipenderà dal
supporto degli alleati di estrema sinistra e dei sindacati,
che sono ostili al cambiamento”.

UN PARTITO GUIDATO DA MONTI
“Se un partito guidato da Monti – scrive l’Economist –
riuscisse ad avere abbastanza voti da sinistra e destra per
vincere, avrebbe un vero e proprio mandato per le riforme,
soprattutto sui temi della concorrenza e di un
rimodellamento del settore statale”.

“L’Italia non ha mai avuto
un governo del genere. Con un centrista pro-business al
timone, alcuni dei sostenitori di Berlusconi potrebbero
unirsi. Se a Bersani e al Pd venissero offerti sufficienti
posti di governo – lo stesso leader democratico potrebbe
diventare vice primo ministro e quindi successore di Monti –
anche loro potrebbero aderire”.

“STAY IN ROME, NOT ST MORITZ”
Ma “potrebbe non funzionare – conclude l’editoriale – Il
commissario Monti non è un politico naturale, non avendo mai
corso per cariche elettive. Potrebbe non vincere. In
precedenza è sempre sembrato più attratto dalla presidenza
italiana (o dell’Unione europea). Se non si sente
all’altezza del compito, deve uscire dai giochi. Ma se si
preoccupa per il suo Paese, questo è il momento di uscire a
combattere, persuadendo gli altri centristi a unirsi a lui”.
(Public Policy)

GAV