(Public Policy) – Roma, 15 feb – “Quella del Movimento 5
stelle è un’esperienza che può trovare spazio anche nel
resto d’Europa”. Così Jamie Bartlett, Caterina Froio, Mark
Littler e Duncan McDonnell, ricercatori dell’istituto
inglese Demos, considerano l’esperienza del movimento nato
da Beppe Grillo nella loro ricerca “New political actors in
Europe: Beppe Grillo and the M5S”.
Ne viene fuori un interessante quadro dei grillini: “Meno
del 20% ha fiducia nell’Unione europea, solo l’8% ripone
fiducia nell’azione del Governo, il 3% nei partiti e il 2%
nel Parlamento”. Facebook, Twitter, Google e LinkedIn –
scrivono gli autori della ricerca nella premessa – “sono
tutti esempi del rapido trasferimento della vita delle
persone in una nuova sfera pubblica. Gli europei trascorrono
in media quattro ore al giorno davanti ai social, e hanno
250 milioni di account Facebook. Inevitabilmente tutto
questo sta cambiando anche la politica”.
GRILLO PRECURSORE DEL CAMBIAMENTO
Per gli analisti di Demos Grillo è stato uno dei primi
politici ad aver abbracciato questo cambiamento, utilizzando
i social media come mezzo principale di “comunicazione,
reclutamento e organizzazione”. Il suo movimento è diventato
“una grande forza politica nel giro di soli tre anni
(l’annuncio della fondazione del M5s risale al 9 settembre
2009; Ndr)”.
GRILLO E I SOCIAL MEDIA
“Quasi un milione di persone – si legge del dossier – si
sono unite al suo account Facebook (data di riferimento 6
novembre 2012; Ndr) e su Twitter aveva più di 700mila
follower. Gli altri partiti, invece, non fanno un buon uso
dei social media. Per esempio Nichi Vendola, leader di Sel,
sempre nella stessa data aveva 236mila seguaci, Pier Luigi
Bersani, leader Pd, 146mila, Antonio Di Pietro (Idv),
137mila, Pierferdinando Casini (Udc), quasi 72mila e Roberto
Maroni della Lega Nord, 57mila. Secondo la classifica
stilata da BlogItalia, quello di Grillo è di gran lunga il
blog più letto in Italia e, secondo Alexa, il 7177° più
visitato al mondo”.
LA RICERCA E GLI INTERVISTATI
La ricerca di Demos è stata condotta ad agosto 2012,
prendendo a riferimento la pagina Facebook di Beppe Grillo.
Il social creato da Mark Zuckerberg è stato scelto perché il
più diffuso nel nostro Paese. Tra i fan di Grillo, quasi 2
mila hanno risposto al sondaggio di Demos. Ecco alcuni dati:
tra i fan di Grillo il 63% sono di sesso maschile e il 37%
di sesso femminile. Tra questi l’età media supera i
trent’anni. Poco più della metà degli intervistati (il 54%)
possiede un diploma di scuola superiore (al di sopra della
media Italia del 34,8%). “Tuttavia – si legge nel documento
– i fan grillini hanno un tasso di disoccupazione più alto
rispetto al cittadino medio italiano, 19% contro il 7,9%
(riferito all’estate 2012; Ndr)”.
ECONOMIA, DISOCCUPAZIONE E IMMIGRAZIONE
Agli intervistati è stato chiesto di scegliere tra 18 temi
selezionati i due di maggiore preoccupazione. La situazione
economica (62%) e la disoccupazione (61%) sono i temi più
scelti; al terzo posto troviamo la tassazione con il 43%.
Altro tema proposto è stato quello dell’immigrazione. “I
follower di Facebook sembrano vedere nell’immigrazione una
risorsa (56% contro il 28%)”, scrivono gli studiosi. Da
notare che la preoccupazione verso questo fenomeno “è
maggiore tra gli under 30”.
SARÀ PEGGIORE O MIGLIORE L’ITALIA DEL FUTURO?
“In generale – scrivono gli analisti – quando si parla del
futuro del Paese i seguaci di Beppe Grillo hanno una
maggiore propensione al pessimismo, rispetto al pubblico
italiano. Il 31% degli intervistati crede che la propria
situazione peggiorerà nei prossimi 12 mesi, rispetto al 18%
del resto degli italiani; il 66% pensa che la situazione
economica italiana è destinata a peggiorare (anche il 43%
degli italiani ha risposto nello stesso modo); per il 78%
l’Italia sta andando nella direzione sbagliata e il 70%
pensa la stessa cosa delle politiche adottate in Unione
europea.
ALLONTANAMENTO DAI PARTITI TRADIZIONALI
Molto insoddisfatti della politica e della democrazia
interna ai partiti sono la stragrande maggioranza di coloro
che hanno partecipato al sondaggio, ben l’83%. Solo il 4% si
è detto soddisfatto della democrazia in Italia. “Questo,
però, non è un dato sorprendente – si legge – visto che
Grillo fa proprio di questi temi la base per la sua campagna
elettorale. E il senso di delusione è molto diffuso nel
Paese”.
Alla domanda “Perché sostieni Grillo?”, gli elettori
motivano con la delusione provata verso i principali partiti
o perché aderiscono al programma M5s. Per gli intervistati
tra i motivi del sostegno al movimento c’è la mancata
“democrazia” all’interno degli altri schieramenti. “Nel
complesso – concludono – il loro sostegno è strettamente
legato all’idea di cambiare il sistema, i politici e i modi
tradizionali di fare politica”.
IN MOLTI DALL’AREA DEL CENTROSINISTRA
“Abbiamo chiesto agli intervistati – scrivono gli studiosi
inglesi – di posizionarsi in un ‘metro’ politico che va da 1
a 10, dove 1 è estrema sinistra e 10 è l’equivalente a
destra. Il punteggio medio degli intervistati è stato di
3,88 suggerendo che i fan di Facebook di Grillo sono
tendenzialmente di sinistra”.
Nelle elezioni del 2008 il 23% del campione analizzato ha
votato per l’Idv di Antonio Di Pietro e il 22% per il Pd.
Nonostante questo, una quota significativa, il 13% degli
intervistati, ha votato per il Pdl di Silvio Berlusconi,
mentre il 5% ha sostenuto la Lega Nord. Il restante 25% non
aveva ancora 18 anni o si era astenuto.
SFIDUCIA NELLLA POLITICA E NELLE ISTITUZIONI
“In linea con la retorica anti-enstablishment del M5s e di
Grillo, meno del 20% ha fiducia nell’Unione europea, solo
l’8% ripone fiducia nell’azione del Governo, il 3% nei
partiti e il 2% nel Parlamento”, scrivono gli analisti. “Le
organizzazioni viste come il cuore della crisi finanziaria
sono considerate con una certa sfiducia: solo il 2%,
infatti, si fida delle banche e delle istituzioni
finanziarie e il 6% delle grandi imprese”.
FIDUCIA IN INTERNET E NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Le uniche due istituzioni, media e associazioni, nelle
quali oltre la metà degli intervistati pone la fiducia, sono
internet (76%) e le Pmi (61%). Il punteggio della rete è in
netto contrasto con la fiducia riservata agli altri mezzi di
comunicazione: solo l’11% si fida della stampa e meno del 4%
nella televisione (il resto degli italiani arriva al 49%).
IL CONTAGIO EUROPEO
“Le conseguenze del successo di Grillo – proseguono – vanno
ben oltre l’Italia. Molte delle preoccupazioni dei
sostenitori del M5s sono condivise in tutta l’Europa. Negli
ultimi dieci anni la fiducia dell’Ue e nei governi nazionali
è scesa in tutto il continente. Nel 2002, il 39% degli
europei aveva fiducia nel proprio Governo e il 42% nei
Parlamenti, mentre nel 2012 solo il 28% si fidava. Questi
dati combinati con il calo del consenso ai politici e
l’affluenza delle urne, suggeriscono che movimenti simili al
M5S potrebbero crescere in tutta l’Europa”. (Public Policy)
SOR