I vitalizi politici e i rimborsi: cosa prevede il dl Pensioni

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ROMA (Public Policy) – di Viola Contursi – Le disposizioni del dl Pensioni, che stabilisce le percentuali dei rimborsi in seguito alla sentenza della Consulta sulla ‘norma Fornero‘ “si riferiscono a ogni singolo beneficiario in funzione dell’importo complessivo di tutti i trattamenti pensionistici in godimento, inclusi gli assegni vitalizi derivanti da uffici elettivi”. È quanto si legge nella bozza del decreto Pensioni, di cui Public Policy ha preso visione.

La bozza conferma quanto anticipato anche ieri dal ministro Pier Carlo Padoan: il rimborso degli arretrati verrà erogato con una una tantum il 1° agosto e sarà calcolato in maniera progressiva su tre fasce di assegni pensionistici.

Fino a tre volte il minimo la rivalutazione era (già con il Salva Italia di Monti) e resta al 100%. Il riconoscimento della rivalutazione relativa agli anni 2012-2013 viene fissato secondo le seguenti modalità: per gli anni 2012-2013 nella misura del 40% per i trattamenti pensionistici tra tre volte il minimo e quattro volte il minimo; del 20% per quelli tra quattro e cinque volte il minimo; del 10% per quelli tra cinque e sei volte il minimo.

La rivalutazione quindi non è riconosciuta per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo Inps. Per il periodo successivo, negli anni 2014 e 2015, la rivalutazione (quindi il calcolo degli arretrati) viene erogato nella misura del 20% di quanto stabilito per le mensilità del biennio 2012-2013 e a decorrere dal 2016 nella misura del 50% di quanto stabilito per le mensilità del biennio 2012-2013.

Il recupero dell’indicizzazione 2012-2013 e l’indicizzazione del 2016 si sommano all’indicizzazione in vigore dal 2014, con la Stabilità di Enrico Letta. Quindi dal 2017 poi sugli assegni così rivalutati si applicherà l’indicizzazione prevista dalla legge 388 del 2000.(Public Policy)

@VioC