Siti porno, in vigore la verifica dell’età: cos’è cambiato

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ROMA (Public Policy Bytes) – È entrato in vigore oggi l’obbligo di implementare sistemi di verifica dell’età per i siti e le piattaforme che diffondono contenuti pornografici in Italia. Il divieto di accesso a tali servizi ai minorenni è sancito dal decreto Caivano, ottemperato da un regolamento attuativo di Agcom.

In caso di mancato rispetto dell’obbligo, l’Autorità diffiderà il soggetto inadempiente e irrogherà, in caso di inottemperanza, delle sanzioni fino a 250mila euro.

Il 31 ottobre Agcom ha diffuso una lista di 48 gestori di siti web e di fornitori delle piattaforme di condivisione video pornografici sottoposti alla nuova disciplina. Al momento in cui scriviamo, sui primi 4 servizi in elencoPornhub, YouPorn, Redtube e Stripchatnon risultano presenti sistemi di verifica dell’età dell’utente.

IL CHIARIMENTO DI AGCOM

In riferimento all’entrata in vigore degli obblighi di verifica dell’età per l’accesso alle piattaforme di contenuti pornografici, in ottemperanza del decreto Caivano, una nota diffusa nella serata di mercoledì da Agcom chiarisce che “i gestori di siti web e le piattaforme di condivisione di video che diffondono in Italia immagini e video a carattere pornografico, ma non stabiliti in Italia, hanno a disposizione un tempo di implementazione di tre mesi (1° febbraio 2026) dalla pubblicazione della lista” di 48 siti stilata da Agcom e pubblicata il 31 ottobre.

Il comunicato, volto a fornire una “precisazione sulle regole per l’age verification”, spiega che “la delibera relativa entra oggi pienamente in vigore”, ma gli obblighi scattati il 12 novembre riguardano, nello specifico, “i gestori di siti web e le piattaforme di condivisione di video stabiliti in Italia”, che devono dotarsi di “sistemi di verifica della maggiore età conformi alle prescrizioni indicate entro sei mesi dalla data di pubblicazione del provvedimento”.

Inoltre, la nota precisa che “l’inserimento nella lista avviene sulla base del soddisfacimento di almeno uno dei seguenti criteri: l’utilizzo prevalente della lingua italiana all’interno del servizio online, da valutare in relazione alla presenza di elementi testuali realizzati in lingua italiana nell’interfaccia utente, nonché alla disponibilità della funzione multilingua che includa la lingua italiana; il raggiungimento da parte del servizio online di un significativo numero medio di utenti unici mensili sul territorio italiano sulla base dei dati forniti da organismi dotati della massima rappresentatività dell’intero settore di riferimento, anche alla luce dei processi di convergenza multimediale, la cui organizzazione risponda altresì a princìpi di terzietà, autonomia e indipendenza; il conseguimento da parte del fornitore del servizio di piattaforma per la condivisione di video di ricavi realizzati in Italia, anche se contabilizzati nei bilanci di società aventi sede all’estero; il servizio è promosso o commercializzato anche per gli utenti italiani; il servizio ha un dominio in Italia o fornisce un indirizzo di contatto e/o un numero di telefono in Italia”. (Public Policy Bytes) DVZ