Sam Altman non vuole garanzie governative per OpenAI

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ROMA (Public Policy) – “Prevediamo di chiudere quest’anno con un fatturato annualizzato superiore ai 20 miliardi di dollari e di crescere fino a centinaia di miliardi entro il 2030. Stiamo valutando impegni per circa 1,4 trilioni di dollari nei prossimi 8 anni”.

Così Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, in un post sul suo profilo X, volto a rispondere a dei quesiti che – sostiene il co-fondatore dell’azienda – “comprensibilmente destano preoccupazione”.

Alla domanda se OpenAI stia cercando di diventare ‘too-big-to-fail’, Altman replica con “un no inequivocabile”, aggiungendo che “non abbiamo né vogliamo garanzie governative per i data center. Crediamo che i governi non debbano scegliere vincitori o vinti e che i contribuenti non debbano salvare aziende che assumono decisioni sbagliate o che perdono sul mercato. Se un’azienda fallisce, altre faranno un buon lavoro”.

Al quesito sulla sostenibilità degli impegni assunti dall’azienda per finanziare nuove infrastrutture, Altman replica con i dati sul fatturato 2025, segnalando che la buona riuscita del piano “richiede una crescita continua dei ricavi, e ogni loro raddoppio richiede molto lavoro”, aggiungendo che i vertici di OpenAI sono “ottimisti riguardo alle prospettive in questo senso”.

“Stiamo anche valutando modi per vendere più direttamente la capacità di calcolo ad altre aziende (e persone) – ha proseguito – ma tutto ciò che vediamo attualmente suggerisce che il mondo avrà bisogno di una potenza di calcolo ben maggiore di quella che stiamo già pianificando”.

Inoltre, in merito alla costruzione di una rete strategica nazionale di data center, Altman sostiene che “ha molto senso, ma ciò dovrebbe andare a vantaggio del Governo, non delle aziende private”.

Infine, in merito ai semiconduttori, il CEO sostiene che “l’idea di base fosse quella di garantire che l’approvvigionamento della catena di fornitura dei chip fosse il più possibile americano, al fine di riportare posti di lavoro e industrializzazione negli Stati Uniti e di rafforzarne la posizione strategica con una catena di fornitura indipendente, a vantaggio di tutte le aziende americane”. (Public Policy) DVZ

(foto CC Brian Ach/Getty Images for TechCrunch)