Le novità su storni, fringuelli e peppole. In commissione alla Camera

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ROMA (Public Policy) – Niente deroga, come previsto dalla direttiva Ue 147 del 2009, al divieto di caccia “nei confronti di specie di uccelli non cacciabili in Italia, quali lo storno, il fringuello e la peppola“. È quanto si legge in una risposta del ministero dell’Ambiente a un’interrogazione, in VIII commissione, presentata dalla deputata M5s Chiara Gagnarli.

“Il fatto che le tre specie per cui si chiede la deroga verrebbero cacciate con modalità differenti e in luoghi e orari diversi rispetti agli altri passeriformi cacciabili in Italia non rappresenta, secondo l’Ispra – argomenta il ministero – motivazione sufficiente per giustificare l’attuazione della deroga. L’Istituto ha precisato, infatti, che il regime di deroga, nel caso specifico, avrebbe di fatto come principale conseguenza l’aumento del numero di specie cacciabili sul territorio nazionale, includendone due non cacciabili in Europa, ossia il fringuello e la peppola, tenuto conto che lo storno è specie cacciabile in alcuni Paesi europei ad un suo eventuale inserimento nell’elenco delle specie cacciabili in Italia è stato già in passato valutato tecnicamente accettabile dall’Ispra“.

In merito alla definizione di “piccola quantità”, nella Guida alla disciplina della caccia, il ministero ha ricordato che più di una volta l’Ispra ha sottolineato come questa “non risulti applicabile alla gran parte delle specie appartenenti all’ordine dei passeriformi, e in particolare a quelle migratici”. In merito al fenomeno del bracconaggio il ministero ha sottolineato come abbia predisposto un “Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici” attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni. (Public Policy) NAF