(Public Policy) – Roma, 14 feb – Grazie alla ‘green economy’
l’Italia può porsi l’obiettivo concreto di riduzione delle
emissioni di CO2 prodotte nel settore dei trasporti, quello
che di fatto ne detiene il primato nazionale. Come?
Investendo di più e meglio nella mobilità sostenibile, per
cui invece il nostro Paese resta fanalino di coda in Europa.
Come se non bastasse siamo – tra i partner dell’Ue – il
primo per numero di autoveicoli privati per abitante e
quello con le percentuali di trasporto merci su ferro più
basse.
Siamo anche tra i Paesi con la minore ‘incidenza’ di
trasporto pubblico in città e con una mobilità
‘ciclo-pedonale’ da fondo classifica. Questo trend non certo
positivo può essere però invertito, secondo una ricerca
presentata oggi, a Roma, dalla Fondazione per lo Sviluppo
sostenibile, in tandem con il ministero dell’Ambiente,
grazie appunto a strategie integrate di ‘economia verde’.
Attraverso l’adozione di un piano nazionale – è l’assunto –
si può ridurre l’emissione di carbonio nei trasporti del
26%, con obiettivi realizzabili realisticamente al
2020/2030. Parliamo di lungo periodo, ovviamente. Ma non
troppo.
“L’Italia – ha spiegato il ministro dell’Ambiente Corrado
Clini – è il secondo Paese manifatturiero europeo e possiede
leader internazionali nei settori chiave della mobilità
sostenibile, oltre ad offrire esempi di innovazione ‘green’,
come i biocombustibili di seconda e terza generazione’. O –
ha aggiunto – le applicazioni informatiche per le ‘smart
city'”.
Per Clini insomma: “Una transizione verso una mobilità a
basse emissioni di carbonio, gestita con intelligenza, può
rappresentare un miglioramento ambientale e delle condizioni
di vita dei cittadini, oltre che una opportunità strategica
per l’economia italiana”.
“La nostra ricerca – ha osservato Edo Ronchi, presidente
della Fondazione – documenta che più del 70 per cento delle
emissioni di CO2 prodotte dal settore dei trasporti si
riferisce a spostamenti per distanze inferiori ai 50 km”,
relativi quindi ad una dimensione urbana. E’ lì – a giudizio
di Ronchi – che si può agire ottenendo il miglior rapporto
costi/benefici e sfruttare al meglio il potenziale di
riduzione della CO2 di ogni euro investito.
Se in tutta Italia – si calcola nella ricerca – si
raggiungesse la proporzione tra trasporto pubblico e privato
che c’è oggi in Liguria, negli spostamenti entro i 20
chilometri, sarebbe possibile ridurre le emissioni di CO2 di
2,6 Mt nel 2020 e di 4,8 Mt nel 2030. (Public Policy)
FEG