Il canone in bolletta? Per Assoelettrica è un gran pasticcio

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ROMA (Public Policy) – “È un gran pasticcio: in questo modo il consumatore non saprebbe più che cosa sta pagando. E le imprese elettriche non riuscirebbero più a fare il loro mestiere”. Così il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, sull’ipotesi del governo di inserire il canone Rai nelle bollette elettriche.

“Si tratta di una proposta che riemerge periodicamente e contro la quale Assoelettrica e tutte le altre associazioni del settore si sono sempre schierate. I motivi sono molteplici e sono stati più volte ribaditi, in particolare in un documento unitario di tutte le associazioni, nel quale si ricorda che il mercato elettrico è completamente liberalizzato dal 2007: oggi l’elettricità è venduta ai clienti finali da centinaia di operatori privati“.

“La gestione del canone Rai da parte di questi soggetti privati – si legge ancora nella nota – risulterebbe estremamente complessa ed onerosa, tenendo conto anche del fatto che i clienti finali oggi possono cambiare fornitore, e anche più volte, nel corso dell’anno. Tale ultimo aspetto aprirebbe poi ad una serie di problematiche gestionali legate alla corretta applicazione del canone Rai proprio nei casi di switching o anche nei semplici casi di voltura, ovvero di movimentazione degli intestatari della fornitura”.

Inoltre, “la proposta contrasta con il principio di uguaglianza stabilito dalla Costituzione perché tratta in modo identico situazioni oggettivamente diverse, equiparando di fatto le utenze elettriche con i soggetti che devono pagare il canone. Mentre gli intestatari di bollette elettriche non in possesso di apparecchi radiotelevisivi o di comunicazione sarebbero comunque sottoposti al pagamento del canone, i possessori di apparecchi che non sono anche intestatari delle bollette elettriche ne risulterebbero esentati”, ancora la posizione di Assoelettrica.

“Il pressoché certo contenzioso costituzionale che ne scaturirebbe, oltre a rendere incerto l’approvvigionamento delle risorse per il funzionamento della Rai, potrebbe portare, in caso di dichiarazione di incostituzionalità, all’apertura di moltissimi giudizi civilistici/tributari per la restituzione delle somme indebitamente percepite, con inutile aggravio per il sistema giudiziario”.

L’associazione sottolinea poi un altro aspetto: “se poi mai il governo intendesse trattare il canone come tutti gli altri oneri presenti in bolletta che i venditori incassano per conto di terzi (Terna, distributori, Gse, ecc.) accollando interamente sulla società di vendita il rischio credito, l’aggiunta del canone esporrà le aziende ad un elevatissimo rischio morosità. Se un utente non paga il canone cosa succederebbe? Si potrebbero generare dei mancati abbinamenti tra fatture e pagamenti, con conseguente avvio di azioni di sollecito e distacco delle forniture per mancato pagamento di importi che nulla hanno a che vedere con la fornitura elettrica, con il rischio di incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio. Ne deriva che le società di vendita non potrebbero interrompere il servizio di fornitura di energia elettrica, né avrebbero titolo per perseguire tale cliente, vista la natura di imposta del canone Rai”.

Assoelettrica sottolinea, infine, due ultime questioni: “L’implementazione della riforma necessiterebbe in ogni caso di una completa ristrutturazione dei sistemi di fatturazione delle società elettriche, con conseguenti investimenti significativi oltre che di nuove strutture organizzative per la gestione di informazioni, reclami e possibili contenziosi con i clienti; come risultato immediato avremmo una bolletta più cara che andrebbe ad aumentare ulteriormente il gap con gli altri Paesi europei, oltre che distorcere i segnali di prezzo inerenti i diversi livelli di consumi energetici”.(Public Policy) RED