NELLA UE A 17 DISAVANZO DELLE PA IN CALO NEL 2012 AL 3,3% DEL PIL
(Public Policy) – Roma, 13 dic – I Paesi dell’eurozona
stanno compiendo notevoli progressi verso la riduzione degli
squilibri di bilancio. Il disavanzo complessivo delle
amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro è previsto
diminuire dal 4,1% del Pil del 2011 al 3,3 nel 2012.
I progressi compiuti nella riduzione degli squilibri di
bilancio nell’area dell’euro sono testimoniati anche dai
risultati ottenuti in termini di correzione dei disavanzi
eccessivi.
Il bollettino di dicembre della Banca centrale europea
riporta che “l’Italia correggerebbe il proprio disavanzo
eccessivo entro la scadenza della Pde (Procedura per i
disavanzi eccessivi ) fissata nel 2012, l’Olanda e l’Austria
farebbero altrettanto entro il 2013 e il Portogallo entro il
2014”.
Al tempo stesso, avverte la Bce, nonostante il risanamento
dei conti pubblici, in presenza di una crescita debole e, in
alcuni casi, negativa, permangono in vari Paesi difficoltà
nel conseguimento degli obiettivi nominali di bilancio e
nella realizzazione di una correzione tempestiva e
sostenibile dei disavanzi eccessivi entro le scadenze
concordate a livello europeo.
La Bce segnala rischi per la correzione dei disavanzi
eccessivi in Belgio e a Cipro entro la scadenza fissata per
il 2012. Vi sarebbero inoltre rischi per la correzione dei
disavanzi eccessivi entro la scadenza del 2013 per la
Francia, la Slovenia e, in misura minore, per la Slovacchia.
Infine, a politiche invariate, la Spagna registrerebbe un
disavanzo superiore al valore di riferimento del 3% del Pil
alla scadenza del 2014 prevista dalla Pde.
In Germania, secondo i dati di cassa, le imposte dirette
hanno continuato a crescere più del previsto negli ultimi
mesi. La Germania potrebbe pertanto essere vicina a
conseguire un bilancio in pareggio in termini nominali già
nel 2012.
Per quanto riguarda l’Italia, il Consiglio direttivo della
Bce sottolinea che “il Governo ha approvato il 9 ottobre la
cosiddetta legge di stabilità, che dovrebbe avere un impatto
sostanzialmente neutrale sui conti pubblici per il periodo
2013-15”. Ma avverte: “La legge è stata e potrebbe ancora
essere modificata nel corso del processo parlamentare in
atto”.
L’analisi continua rimarcando che “gli aumenti di 2 punti
percentuali dell’aliquota intermedia dell’Iva (10%) e di
quella ordinaria (21%) precedentemente stabiliti non
verranno implementati”.
La Bce precisa che soltanto l’aliquota più elevata sarà
aumentata di un punto percentuale al 22%, a partire da
luglio del 2013. La legge di stabilità prevede inoltre
agevolazioni fiscali per le famiglie, nonché tagli alla
spesa, anche nell’ambito dei comparti delle amministrazioni
locali e della sanità. (Public Policy)
SPE