FISCO, CGIA MESTRE: OGNI 100 EURO GUADAGNATI 45,1 VANNO ALLO STATO

0

(Public Policy) – Roma, 30 ott – Nel corso degli anni la
pressione fiscale, cioè il rapporto tra le imposte e i
contributi pagati da tutti i contribuenti e la ricchezza
prodotta, (il Pil) è costantemente cresciuta.

“Nel 2012 – dice Giuseppe Bertolussi, direttore della Cgia
(Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre – la
pressione fiscale dovrebbe attestarsi al 45,1% del Pil: in
altre parole, per ogni 100 euro che la ‘famiglia’ Italia
percepisce, 45,1 vanno allo Stato e solo 54,9 rimangono in
tasca per vivere”.

Si tratta di un record assoluto, di gran lunga superiore al
precedente primato (43,4%) fatto registrare nel 1997, l’anno
dell’applicazione dell’eurotassa e delle misure
straordinarie per entrare nell’euro.

Le manovre correttive che si sono succedute prima
dell’estate del 2011, fa presente Bertolussi, si collocano
in questo quadro di elevata pressione fiscale e il loro
obiettivo rimane sempre il medesimo: portare in pareggio il
bilancio dello Stato.

“Per raggiungere questo obiettivo – sottolinea i direttore
Cgia Mestre – si è agito prevalentemente dal lato delle
entrate, ovvero con maggiori tasse; tuttavia, anche alcune
riduzioni di spesa hanno fatto sentire i loro effetti
negativi sulle tasche dei cittadini (minori trasferimenti
agli enti locali, tagli alla sanità, ai trasporti, etc.)”.
Bertolussi fa l’esempio dell’Imu, che, dice, dal 2013
diventerà più pesante: il suo gettito complessivo passerà
dai 21,4 miliardi di euro, ai 21,7 del 2013, per arrivare,
nel 2014, a 22,1 miliardi di euro.

Nel 2013 l’aggravio lo subirà, in particolar modo, il mondo
produttivo che, calcola Bertolussi, “vedrà crescere di 270
milioni di euro il prelievo a suo carico, per effetto
dell’ulteriore aumento dei coefficienti moltiplicatori (da
60 a 65) che si utilizzano per determinarne la base
imponibile”.

A partire dal 2014, invece, saranno le famiglie con figli a
sborsare 400 milioni di euro in più di Imu, in quanto,
spiega Bertolussi, “non potranno più usufruire della
ulteriore detrazione di 50 euro per ogni figlio convivente
di età inferiore a 26 anni”.

Se nel prossimo futuro il gettito dell’Imu è destinato a
confluire interamente nelle casse dei Comuni, ciò, prevede
il direttore Cgia Mestre, “farà sì che il gettito sarà
destinato ad aumentare o a diminuire a seconda delle scelte
autonome di questi ultimi”.

L’Imu, pertanto, è destinata a diventare a livello locale
la cartina di tornasole della pressione fiscale nazionale e
dello stato di salute delle finanze pubbliche. Per questo,
conclude Bertolussi, “ai sindaci va chiesto, in un momento
così difficile, di gestire con oculatezza e parsimonia i
soldi pubblici, risparmiandoci un inasprimento della
tassazione locale che ci farebbe scivolare in una recessione
senza via d’uscita”. (Public Policy)

SPE