Grillo vs Conte, la ‘colpa’ è anche del Pd

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Lo scontro fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è dunque arrivato alla fine ed è destinato, anche per vie legali, a cambiare il volto dei 5 stelle. La rottura definitiva è giunta sì con il mancato rinnovo, annunciato dal presidente del M5s, del contratto di consulenza da 300mila euro con l’ex comico (“Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”, ha detto Conte), ma in realtà è solo un dettaglio nella prolungata battaglia fra il co-fondatore del M5s e l’attuale leader.

Per mesi i due hanno discusso sull’opportunità di cambiare il simbolo del partito e sull’eventualità di eliminare l’ultima regola che tiene ancorato i 5 stelle al suo passato “rivoluzionario”, quella del limite dei due mandati nelle istituzioni. Conte è a favore di una trasformazione – anche scenografica e comunicativa – del M5s, ritiene persino che la regola del limite dei mandati sia superata. Ma l’unico elemento seriamente politico nel quale le differenze fra i due sono legate a una diversa visione del mondo riguarda il rapporto con il Partito democratico. Lo ha ribadito anche Grillo nel suo ultimo video comunicato, quando ha parlato delle elezioni in Liguria (che si concluderanno oggi) e in Emilia Romagna, esplicando tutto il suo scetticismo per l’alleanza con la sinistra: “Se vogliamo essere sobri e anche un po’ intelligenti, si capisce benissimo che c’è qualcosa che non quadra”, ha detto il co-fondatore del M5s: “E anche queste elezioni che stanno avvenendo in Liguria e in Emilia Romagna, ma i candidati che appoggiano questo movimento progressista di sinistra… Così, ma chi li ha votati? C’è stata una votazione dal basso? Questa sarebbe la democrazia dal basso? No, sono stati catapultati dall’alto, messi lì, i soliti giochi della vecchia politica. Non c’è democrazia dal basso, è una bassa democrazia”.

Se il centrosinistra, che sostiene l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, perderà le lezioni regionali in Liguria anche per colpa delle divisioni del M5s, allora Grillo avrà avuto ragione nel braccio di ferro con Conte. Ma così sarà un problema anche per l’alleato del M5s, il Pd, che già adesso, nelle attuali condizioni, non può contare su un compagno di viaggio stabile. Un alleato che ha problemi al proprio interno e che vorrebbe però stabilire con chi il Pd e lo stesso M5s si possono alleare o no (non con Matteo Renzi, per esempio).

Il M5s per come lo abbiamo conosciuto fin qui è dunque finito, forse in realtà era già finito all’epoca della scissione di Luigi Di Maio. Senz’altro l’arrivo di Conte ha contribuito a trasformarlo in un altro partito. L’epoca del populismo non è certamente finita, anzi, ma persino per il M5s – o quel che ne sarà – è arrivato il momento di rivedere sé stesso, per adeguarsi al contesto. Conte, nonostante le schermaglie con Elly Schlein, non sembra avere intenzione di avviare duelli isolati e in solitaria.

Grillo invece, che chiama a raccolta i superstiti di un mondo che non c’è più, è convinto che i 5 stelle delle origini abbiano ancora qualcosa da dire. Fonderà un nuovo partito, l’ex comico? In questo caso le prospettive non possono che essere quelle dell’isolazionismo. Il M5s delle origini traeva la propria forza anche in ragione della sua (presunta) diversità antropologica, che lo rendeva incompatibile con gli altri partiti. Era un partito strutturalmente d’opposizione, che ha superato il 30 per cento alle elezioni in virtù della sua ostilità al sistema tradizionale, al Palazzo. Forse c’erano delle ragioni storiche ben precise e forse quell’epoca è ormai tramontata, visto che al Governo c’è già chi è stato all’opposizione per tutta una vita (Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni), dunque lo spazio della contestazione è per ora già occupato da ex contestatori professionisti. Grillo dovrebbe inventarsi qualcosa di totalmente nuovo per rimanere nel solco dell’identitarismo populista, quello che non lascia scampo ai Conte di turno. Ma in quanti, oggi, lo seguirebbero? (Public Policy)

@davidallegranti