Il ddl Salvamare tornerà al Senato per colpa delle microfibre

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ROMA (Public Policy) – Si va verso un ritocco del ddl Salvamare, in commissione Ambiente alla Camera, nella norma relativa all’etichettatura dei prodotti tessili o di abbigliamento che rilasciano microfibre, la quale era stata introdotta nell’ultimo passaggio in Senato. Sulla modifica, arrivata nella forma di un emendamento delle relatrici – Paola Deiana (M5s) e Rossella Muroni (FacciamoEco) – si dovrebbe arrivare a una decisione questa settimana dopo un approfondimento da parte dei gruppi. Il testo quindi, su cui si attendeva ormai un via libera, dovrà tornare nuovamente a Palazzo Madama, mentre è ancora possibile che, per una accelerazione, la commissione VIII di Montecitorio possa concludere i lavori sul provvedimento in sede deliberante.

Secondo la modifica proposta, qualsiasi prodotto tessile o di abbigliamento, che possa rilasciare microfiibre al lavaggio, è fabbricato, importato, distribuito, venduto o offerto in vendita a condizione che riporti nell’etichetta di cui all’articolo 14 del regolamento (Ue) n. 1007/2011, a seconda dei casi, le indicazioni riguardanti il possibile rilascio di microfibre al lavaggio. La disposizione si applicherà previa notifica e autorizzazione alla Commissione europea. Si prevede però un decreto del ministro della Transizione ecologica e del ministro dello Sviluppo economico sulle modalità di etichettatura. Il decreto dovrà essere emanato entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge Salvamare, ma gli obblighi di etichettatura diventeranno efficaci solo dopo un anno dalla data di entrata in vigore del decreto stesso. Saranno fatti salvi i prodotti privi dei nuovi requisiti di etichettatura già immessi sul mercato, che potrannoo essere commercializzati anche successivamente fino ad esaurimento delle scorte, a condizione che possa esserne dimostrata l’immissione sul mercato in data antecedente alla effettiva decorrenza del nuovo obbligo.

La norma attuale prevede invece che già a decorrere dal prossimo 30 giugno 2022 qualsiasi prodotto tessile o di abbigliamento, che rilasci microfibre al lavaggio, sia fabbricato, importato, distribuito, venduto o offerto in vendita in Italia a condizione che riporti nell’etichetta, a seconda dei casi, le diciture: quando è consigliato il lavaggio a mano, “Questo prodotto rilascia microfibre ad ogni lavaggio contribuendo all’inquinamento da plastiche del mare. Si consiglia il lavaggio a mano per ridurre il rilascio”; quando è consigliato il lavaggio a secco, “Questo prodotto rilascia microfibre ad ogni lavaggio contribuendo all’inquinamento da plastiche del mare. Solo lavaggio a secco”; per gli altri casi, “Questo prodotto rilascia microfibre ad ogni lavaggio contribuendo all’inquinamento da plastiche del mare”.

La proposta di modifica, si legge nelle relazione illustrativa, recepisce le indicazioni della commissione Politiche Ue riguardanti la necessità di assicurare il rispetto della direttiva (Ue) 2015/1535, che prevede una specifica procedura d’informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche – che ricomprendono anche le disposizioni sull’etichettatura – in base alla quale gli Stati membri, ai fini del corretto funzionamento del mercato interno, devono comunicare alla Commissione europea i loro progetti normativi nel settore delle regolamentazioni tecniche.

Inoltre, considerata la varietà di tipologie di prodotti potenzialmente interessati alle nuove regole, il rinvio alla normativa secondaria di dettaglio risponde anche all’esigenza di assicurare agli operatori economici indicazioni certe per adempire ai nuovi obblighi. infine, la proposta prevede un periodo transitorio per consentire agli operatori economici í tempi necessari per adeguare le etichettature sui prodotti, nonché il “salva scorte” per quelli già immessi sul mercato. Il che risponde all’esigenza, spiega sempre la relazione illustrativa, di evitare che numerosi prodotti possano diventare immediatamente rifiuti. (Public Policy) GIL