La Commissione Ue taglia le stime di crescita per l’Italia

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BRUXELLES (Public Policy Europe) – La Commissione europea taglia le stime di crescita per l’Italia. Le previsioni economiche d’autunno prevedono un Pil in crescita dello 0,4% nel 2025, per poi salire allo 0,8% sia nel 2026 che nel 2027. Le stime precedenti prevedevano una crescita dello 0,7% nel 2025 e e dello 0,9% nel 2026.

Bruxelles prevede che quest’anno i consumi privati continueranno a crescere a un ritmo moderato, poiché la persistente incertezza spinge le famiglie ad aumentare il risparmio. Gli investimenti dovrebbero accelerare, sostenuti dai progetti di costruzione non residenziale finanziati dal Recovery, mentre gli investimenti immobiliari continuano a diminuire, poiché la graduale eliminazione dei crediti d’imposta è solo in parte compensata da lavori finanziati da privati. Le esportazioni di beni dovrebbero contrarsi dello 0,6%, mentre le esportazioni di servizi dovrebbero aumentare. Al contrario, le importazioni di beni e servizi dovrebbero aumentare in modo considerevole, portando le esportazioni nette a sottrarre alla crescita del Pil.

Nel 2026, i consumi privati dovrebbero registrare una ripresa grazie all’aumento dei redditi reali disponibili. Gli investimenti, ancora sostenuti dal Recovery fund, dovrebbero continuare a crescere, soprattutto grazie all’attività edilizia. Il commercio estero netto dovrebbe continuare a pesare leggermente sulla crescita del Pil, poiché le esportazioni registrano una ripresa inferiore rispetto alle importazioni, trainate dalla forte domanda interna. Nel 2027 – continua la Commissione – i consumi delle famiglie dovrebbero diventare il principale motore della crescita, poiché gli investimenti rallenteranno in seguito alla fine del Recovery. Si prevede che la moderazione delle importazioni neutralizzerà il contributo delle esportazioni nette alla crescita del Pil.

FRONTE DEFICIT

Notizie migliori sul fronte del disavanzo pubblico dell’Italia, che – secondo la Commissione – dovrebbe diminuire costantemente, passando dal 3,4% del 2024 al 3% nel 2025, per poi scendere ancora nel 2026 con un 2,8% fino ad arrivare ad un 2,6% del Pil nel 2027.

Il rapporto debito/Pil dovrebbe raggiungere il 137,2% nel 2027, poiché gli avanzi primari previsti sono ancora insufficienti a compensare l’impatto dell’aumento del debito dovuto ai differenziali tra tassi di interesse e tassi di crescita e agli aggiustamenti stock-flussi.

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NAF

(foto cc Palazzo Chigi)