La tragica campagna elettorale di partiti fragili

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Vorremmo avere lo stesso ottimismo di Mario Draghi, quello sfoderato al meeting di Rimini. “Tra poche settimane gli italiani sceglieranno la composizione del nuovo Parlamento, che darà la fiducia a un nuovo Governo, sulla base di un nuovo programma. A questo proposito: invito tutti ad andare a votare… Nei mesi che abbiamo avuto a disposizione, abbiamo gestito le emergenze che si sono presentate e cominciato a disegnare un Paese più forte, equo, moderno”. Molto però “resta da fare, in un contesto che è ostico e non consente soste… Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili – come le abbiamo superate noi l’anno scorso. L’Italia ce la farà, anche questa volta”.

La tragica campagna elettorale balneare durerà ancora un mese. Le liste elettorali restituiscono la fragilità dei partiti, in combinato disposto con una pessima legge che regala ai leader la scelta scientifica e chirurgica dei parlamentari a loro ultrafedeli. Giuseppe Conte si è costruito e ha messo ai voti, approvato online a pavloviana maggioranza, un listino di 15 futuri deputati e senatori che costituiranno la sua falange in Parlamento. Il Pd ha messo in posizionie eleggibile candidati antisionisti (si pensi al caso, non isolato, del segretario regionale del Pd Basilicata Raffaele La Regina, che è stato fatto ritirare giusto in tempo) e il Terzo polo sembra non aver fatto una grossa cernita sugli aspiranti parlamentari, come testimonia il caso della professoressa filo-putiniana Stefania Modestino, candidata a Caserta.

C’è poi il senso generale della campagna elettorale; non ci si pone il problema delle coperture (il caso della flat tax del centrodestra è esemplare) e non ci si preoccupa di quello che arriverà nei prossimi mesi, quando Draghi non ci sarà più a difendere gli interessi nazionali dell’Italia nel consenso europeo e globale. La credibilità dell’ex presidente della Bce non nasce per caso, è stata costruita con un curriculum di spicco all’interno delle istituzioni mondiali. Nessuno dei leader che oggi aspirano a prendere il suo posto sembra essere all’altezza del compito, in un Paese alle prese con l’inflazione, il caro-vita, il costo delle materie prime, il solito debito pubblico.

La tentazione dei partiti italiani è sempre quella di far pagare Pantalone anche se non il vincolo esterno dell’Europa pretende da noi il rispetto delle scadenze, dei progetti, il Pnrr non è arrivato e non arriverà per caso. Come si capiva bene ascoltando l’ultima conferenza stampa di Draghi, che ha rivendicato il punto, l’Italia è rimasta stabile internamente perché è credibile a livello internazionale. Ed  è stata credibile in virtù del suo presidente del Consiglio. La tenuta rispetto ai vincoli esterni è insomma direttamente connessa alla credibilità internazionale: “Il Governo – detto Draghi a inizio agosto – ha avuto questa credibilità sul fronte interno ma anche credibilità internazionale. Perché avere il credito internazionale alto è anch’esso importantissimo per la crescita interna, per il benessere, per la prosperità, per l’equità. Cioè per fare quelle riforme necessarie senza il vincolo esterno ostile”. (Public Policy)

@davidallegranti