BRUXELLES (Public Policy Europe) – Nell’ambito della gestione della migrazione, la proposta della Commissione sul regolamento rimpatri ha fornito una base solida di partenza, ma l’eccessivo livello di dettaglio rischia di creare un ulteriore onere amministrativo. Lo scrive Malik Azmani (Renew), relatore del Parlamento Ue per il regolamento, nella sua relazione depositata nella commissione Libertà civili (Libe), competente in materia.
La relazione attribuisce priorità al rimpatrio volontario rispetto a quello forzato, in contrasto con la proposta della Commissione. “È chiaro che il rimpatrio volontario è più sostenibile, efficace ed efficiente. Per intensificare i benefici del rimpatrio volontario, in questa bozza – afferma il relatore – non è possibile, salvo in caso di minaccia alla sicurezza, imporre un divieto d’ingresso a una persona che lascia il territorio volontariamente e in conformità con le norme”. Inoltre, il sostegno al reinserimento è previsto solo nei casi di rimpatrio volontario. Tutte queste modifiche – si legge – mirano ad aumentare il ricorso al rimpatrio volontario come opzione primaria.
Tuttavia, anche se il rimpatrio volontario è la via preferibile per i migranti che non hanno diritto a rimanere, l’allontanamento forzato “resta una parte importante del regolamento”, e per i cittadini di Paesi terzi che rappresentano una minaccia alla sicurezza, l’allontanamento “deve sempre essere possibile, al fine di mantenere la sicurezza all’interno delle frontiere Schengen”.
continua – in abbonamento
PAM





