ROMA (Public Policy) – Le donne di Pd, Sel, Cdn, FI, Per l’ITalia, Scelta civica, in conferenza stampa alla Camera, hanno assunto l’impegno affinché nella prossima legge elettorale sia rispettata la parità di genere. “La nostra proposta non chiede semplicemente quote ma norme antidiscriminatorie nel rispetto dell’articolo 51 della Costituzione che stabilisce pari opportunità di accesso alle cariche elettive e l’articolo 3 che dice di eliminare gli ostacoli alla parità”, spiega Roberta Agostini, responsabile donne Pd, “ci sono ragioni di giustizia ed efficienza come sottolineato durante le indagini conoscitive (in commissione; Ndr)”. “Qualsiasi sistema sarà scelto dovrà garantire misure ad hoc antidiscriminatorie”, ha aggiunto Agostini, ma servono anche misure “di contorno” come garantire “un accesso paritario ai media e alle risorse”.
Presenti al tavolo anche Dorina Bianchi (Ncd), Elena Centemero (FI), Gea Schirò (PI), Titti Di Salvo (Sel), Pia Locatelli (Psi) e Irene Tinagli (Sc). “Non entro nel merito delle proposte, noi tutte abbiamo l’impegno tra noi a portare avanti quanto realizzato in questi anni. Abbiamo fatto passi avanti, dobbiamo continuare a farne e spero che questo gruppo si interessi anche ad altre battaglie” ha detto Bianchi. “La nostra scelta di oggi è di responsabilità pubblica collettiva perché ogni modello scelto rispetti l’articolo 51 della costituzione. La presenza delle donne nelle assemblee elettive non è solo un fatto di rappresentanza, di democrazia ma di qualità della democrazia”, ha aggiunto Di Salvo. E ha continuato: “Come dice la Banca d’Italia c’è un rapporto misurabile tra riduzione della corruzione e presenza delle donne nelle istituzioni e presenza delle donne nelle assemblee elettive e aumento degli investimenti in istruzione e spese sociali. Abbiamo per questo anche bisogno delle donne che sono fuori dal Parlamento”.
Presenti alla conferenza stampa le associazioni dell’Accordo di azione comune per una democrazia paritaria che hanno messo a punto una loro proposta sul tema e l‘Udi, l’Unione donne italiane. Di Salvo ha ricordato che nella legge di riforma delle Province “abbiamo approvato una norma sulle giunte che dice che nessuno dei due sessi può essere rappresentato per più del 40%”.
Pia Locatelli, ha sottolineato come “negli incontri dei leader il tema della democrazia paritaria non è apparso per nulla, rivela l’arretratezza politica dei leader italiani”. Gea Schirò ha invece ricordato che tra gli auditi in I commissione sulla legge elettorale, su 40 solo 2 sono state donne e “sono arrivate critiche dai colleghi della capigruppo” quando la questione è stata sollevata dalle donne presenti, critiche “frutto di disattenzione politica” aggiunge l’esponente di PI. Non hanno voluto prendere parte all’iniziativa Fratelli d’Italia e il M5s. Su questo Tinagli ha commentato: “Le ragazze più giovani non sono sensibili a questi temi, non è un caso che manchino FdI e M5s, Giorgia Meloni e le giovani donne elette nel Movimento 5 stelle. Ho vissuto 12 anni all’estero, non sentivo l’urgenza di un impegno specificio su questi temi. Stando qua dentro (in Parlamento; Ndr) ho cambiato completamente idea, mi accorgo dell’arretratezza culturale dei nostri leader politici”.
Elena Centemero ha aggiunto: “Se penso al cammino che le donne hanno fatto in questa Aula mi emoziono molto, considero l’articolo 29 della Costituzione (sul matrimonio e l’uguaglianza dei coniugi; Ndr) una pietra miliare, così come l’articolo 51. Tra di noi donne c’è un rapporto sempre leale, alto e franco”. Alla domanda se l’impegno comune si tradurrà in emendamenti al testo base della legge elettorale ora in I commissione Di Salvo ha risposto: “È consuetudine fare emendamenti insieme, aspettiamo il testo che ancora non c’è, tutte noi ci siamo impegnate se sarà il caso a fare un emendamento che assicuri pari presenza di donne nelle liste”. (Public Policy)
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