Asse anseatico 2.0: Berlino e Londra riprendono il timone d’Europa

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di Francesco Galietti*

ROMA (Public Policy) – C’è un nuovo legame che attraversa l’Europa e arriva fino a Washington. È l’asse Merz-Starmer, riedizione odierna della formidabile Lega anseatica. Nel XIV e XV secolo, la Lega affrontò con fermezza l’assertività della Novgorod medievale, l’equivalente russo di allora. Le città della Lega si unirono per difendere interessi commerciali e politici contro le pretese di Novgorod. Anche oggi, il motore anglo-tedesco contiene e risponde a una Russia assertiva, che si vuole Impero e non accetta il declassamento a potenza regionale.

Friedrich Merz, nuovo cancelliere tedesco, e Sir Keir Starmer, primo ministro britannico, hanno costruito in pochi mesi una relazione solida, basata su un punto chiaro: la sicurezza dell’Europa passa da una leadership condivisa tra Berlino e Londra. Francia e Polonia sono partner strategici, ma sulla massa continentale è la Germania a fare da perno, e a rivendicare con un certo vigore questo ruolo. Con i suoi consiglieri, Merz ha preparato con meticolosità la trasferta da Donald Trump. La stampa tedesca ha raccontato ogni dettaglio. Si è addirittura soffermata sulla doratura della cornice del certificato anagrafico del nonno di Trump, Friedrich, donato da Merz al presidente statunitense. Un gesto studiato. Sapeva che a Trump piace l’oro e i simboli della sua origine tedesca. L’incontro è stato visto come il segnale di una Germania pronta a riprendersi la scena. Non più timida, non più attendista. Protagonista.

In questo scenario, Trump affida a inglesi e tedeschi il presidio politico e militare dell’Europa. L’ungherese Viktor Orban, leader funambolico, è stato tra i primi a registrare la svolta e adattare il proprio tono. Mentre Matteo Salvini sottolinea ancora una volta che il vero problema non viene da Mosca ma dai migranti, Orban ha dichiarato che ‘la Russia capisce solo il linguaggio della forza’. Una svolta retorica significativa senza precedenti per un premier storicamente vicino a Mosca, oltre che una divergenza netta rispetto a Salvini, a lungo considerato suo ‘gemello siamese’ dell’euroscetticismo.

Quanto all’Italia, l’aumento della spesa per la Difesa ha già fatto irruzione nel nostro dibattito sui conti pubblici e lascia presagire una sessione parlamentare piuttosto rovente nella seconda metà dell’anno, che si accompagnerà alle elezioni regionali di quest’autunno e a un contesto esterno a sua volta mutato: la Russia sta installando missili nel Fezzan libico. La minaccia per l’Italia non è più remota. In realtà non lo è mai stata, visti i rapporti molto profondi che Mosca ha tanto con l’Islam sciita quanto, sul versante sunnita, con l’Islam politico. (Public Policy)

*fondatore di Policy Sonar

(foto cc Palazzo Chigi – Merz con Meloni nel corso della visita a Roma)