Il Senato torna a occuparsi della cittadinanza
per gli italiani emigrati

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ROMA (Public Policy) – Dopo sei sedute nel 2013, e una rispettivamente nel 2014 e nel 2015, è ripreso la settimana scorsa, in commissione Affari costituzionali al Senato, l’iter del ddl per il riacquisto della cittadinanza per gli italiani emigrati. Innanzitutto la presidente della commissione, Anna Finocchairo (Pd), ha annunciato che la funzione di relatore è stata affidata a Bruno Mancuso (Ap), in sostituzione di Isabella De Monte (Pd), eletta nel frattempo al Parlamento Ue. La commissione ha così ripreso l’esame del disegno di legge a prima firma di Francesco Giacobbe (Pd) che era già stato assunto quale testo ed è stata effettuata la congiunzione di altri tre ddl presentati in seguito. Al testo base, ovvero al ddl Giacobbe, erano stati presentati sei emendamenti nel dicembre 2013, mai trattati. Il relatore, in ogni caso, si è riservato “di presentare quanto prima ulteriori proposte emendative”.

COSA PREVEDE IL DDL MANCUSO – Come spiega la relazione illustrativa al ddl le questioni affrontate “sono sostanzialmente tre: la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana, così come regolato dall’articolo 17 della legge 91 del 1992; l’eliminazione delle remore procedurali che si frappongono al pieno riconoscimento della facoltà di trasmissione della cittadinanza da parte della donna che l’abbia perduta senza sua volontà per matrimonio contratto con straniero prima dell’entrata in vigore della Costituzione; la possibilità di riacquisto attraverso l’espressione della propria volontà per lo straniero o l’apolide del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado siano stati cittadini di nascita”. (Public Policy) IAC

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