Complotti, fuoco amico, processi: i nodi dentro la maggioranza

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Le acque della maggioranza sono sempre più agitate, tra complotti (e auto complotti) evocati, presunto fuoco amico, questioni irrisolte che si sono affastellate alla ripresa dei lavori parlamentari. La mancanza di alternativa al destra-centro è il miglior collante del Governo Meloni, ma più passa il tempo e più i problemi emergono. Il caso Boccia-Sangiuliano ha sottolineato nuovamente il problema della classe dirigente di Fratelli d’Italia e si porta dietro ancora qualche strascico.

Ma il malessere nella maggioranza abbonda un po’ dappertutto.

In attesa di sviluppi sulla legge di Bilancio, la settimana si apre con il duello sulla tassa degli extraprofitti delle banche, voluta da Giorgia Meloni e osteggiata da Forza Italia. “C’è dibattito, gli extraprofitti delle banche non sono in programma, ma è pur vero che le banche di profitti, non voglio dire immotivati ma grandi, ne hanno avuti”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa rivolgendosi al leader di Forza Italia Antonio Tajani: “Non c’è bisogno di inalberarsi. Forse deve far piacere a qualche banca?”. Tajani nei giorni scorsi aveva avuto modo di ribadire il suo no: “Noi siamo assolutamente contrari alla tassa sugli extraprofitti: l’abbiamo detto fin dall’inizio e non abbiamo avuto nessuna segnalazione in questa direzione”.

C’è poi il tema dello ius scholae, con ruoli ribaltati: Forza Italia è a favore (almeno a parole), mentre Lega e Fratelli d’Italia sono fortemente contrari. Le priorità sono altre, dice Matteo Salvini ricordando che nel programma non se ne parla. Il partito di Tajani aveva certamente l’occasione di far fare un passo in avanti alla discussione, ma non l’ha colta. Pur essendo a favore di una proposta di revisione della legge sulla cittadinanza, nei giorni scorsi ha detto no anche a un emendamento di Azione. “Stiamo lavorando ad un testo con il quale intendiamo riformare le norme che regolano la concessione della cittadinanza italiana”, ha spiegato il deputato azzurro Paolo Emilio Russo. “Forza Italia non approva proposte altrui, avanzerà la propria tesi su Ius Scholae da discutere, in primo luogo, nel centrodestra. Dieci anni di studio, una verifica sulla conoscenza della lingua e sulla conoscenza dei principi di diritto. Non ci aggreghiamo ai carri altrui, ma saremo noi ad indicare al Parlamento, previo confronto nel centrodestra, quale strada eventualmente seguire”, ha detto il capogruppo di Forza Italia in Senato Maurizio Gasparri.

E sempre per restare in zona malesseri liberali, venerdì scorso l’incontro tra Marina Berlusconi – in un momento di vistoso attivismo della famiglia – e Mario Draghi, all’indomani della presentazione del rapporto dell’ex presidente della Bce sulla competitività, è stato oggetto di forti speculazioni. Anche per la presenza alla riunione di Gianni Letta, segno che era una cosa importante.

Per non farsi mancare niente, il Governo è anche alle prese con il caso Salvini-Open Arms. Il leader della Lega è a processo, la procura ha appena chiesto 6 anni (l’accusa è di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio). La presidente del Consiglio si è già schierata in difesa del suo ministro dei Trasporti, ma quello che preoccupa – anche nella Lega – è la reazione di Salvini e di alcuni dei suoi, passati all’attacco delle procure.

In attesa dei volantini che saranno distribuito nelle – annunciate – centinaia di gazebo delle prossime settimane con citazioni della requisitoria dell’accusa, Salvini ha già dato disposizione: i parlamentari dovranno essere tutti davanti al Tribunale a Palermo il prossimo 18 ottobre quando ci sarà l’arringa difensiva dell’avvocato Giulia Bongiorno: “C’è una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo”, ha detto Salvini a Libero: “Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo — per certi aspetti — perfino con Donald Trump”. Se l’appello alla mobilitazione di Salvini dovesse evolversi per la maggioranza i grattacapi aumenterebbero. Fin qui la presidente del Consiglio ha difeso il leader della Lega, ma ci sono limiti che nemmeno Salvini può superare. (Public Policy)

@davidallegranti

(foto cc Palazzo Chigi)