di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – Quella di Elly Schlein, segretaria del Pd, è una esagerazione, senz’altro: non è vero che il Governo è in crisi, non è vero che non sta più in piedi. È vero però che i problemi fra Lega e Forza Italia non possono essere derubricati a semplice screzio fra alleati in competizione fra di sé che tuttavia si rispettano. La politica estera è davvero la cartina di tornasole di tutto ciò che non torna nelle coalizioni. E quello che non torna fra Lega e Forza Italia è cristallino. Bastava leggere le parole di Claudio Durigon, vicesegretario nazionale della Lega e sottosegretario al Lavoro nell’Esecutivo Meloni: “Tajani è in una posizione un po’ difficile, visto che è un sostenitore di Ursula e del suo piano di riarmo”, ha detto Durigon a Repubblica: “Sappiamo tutti che von der Leyen non ha grandi rapporti con l’amministrazione americana, il suo Rearm Eu sembra anzi una sfida agli Usa, in questa fase. Per questo credo che sia utile se si facesse aiutare: è ovvio che Meloni è sicuramente la persona più giusta per parlare con Trump. Ma stare al governo è un gioco di squadra, i rapporti della Lega, di Salvini, con Washington possono essere utili per l’Italia. Anche perché al centro della telefonata con Vance c’erano alcune opportunità per le nostre imprese, investimenti, infrastrutture”.
Non solo Tajani ha detto di non sentirsi in difficoltà, rimandando il confronto al momento delle elezioni (“Lo giudicheranno gli elettori”), ma anche attaccato i populisti (la Lega?) in un modo neanche troppo velato nel corso di un evento di Forza Italia, a Milano, dedicato ai giovani: “Un partito quaquaraquà parla e dice senza studiare e riflettere. Sono i partiti populisti che un giorno dicono una cosa e un giorno un’altra. Noi preferiamo lavorare e non strillare perché chi strilla conta e comanda poco”. Fra chi strilla forse c’è proprio Matteo Salvini, che infatti negli ultimi giorni ha trovato in JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, un sicuro alleato nel duello retorico con i lib-dem. Non perde tempo in chiacchiere, Salvini, che ha infatti sentito Vance al telefono nei giorni scorsi. Durante la telefonata, ha scritto Salvini su X, “ho elogiato le notevoli capacità americane in settori chiave come le comunicazioni satellitari. Con il vicepresidente Vance c’era un completo allineamento su obiettivi cruciali come la pace in Ucraina, il controllo delle frontiere e la difesa dei nostri valori”.
È vero però che il “completo allineamento” andrebbe sottoposto al vaglio di chi la politica estera ha il compito di farla, cioè il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Tajani. Quest’ultimo ha sentito il bisogno di ribadire – non solo domenica ma anche nei giorni precedenti – alcuni concetti, come il sì alla difesa europea. Per non parlare del fatto che Salvini ha diritto alle sue opinioni, ci mancherebbe, ma “la politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Il resto sono iniziative legittime personali. Sono queste le posizioni ufficiali del governo. Poi è legittimo se un ministro vuole parlare con esponenti di amministrazioni di vari Paesi. Però, ripeto, la linea politica per l’estero la dà il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri”.
Tajani ha dunque ribadito che la sua Europa “è quella di Alcide De Gasperi, Robert Schuman e Konrad Adenauer, che sono i fondatori della Unione Europea. Spinelli ha dato un contributo culturale però, ripeto, la mia Europa è quella che si basa su radici giudaico-cristiane, su principi di libertà, solidarietà e sussidiarietà. Non è certamente un’Europa socialista, però, io rispetto tutti, ognuno ha il diritto di manifestare le proprie idee, io ho le le mie e Forza Italia va avanti in quella direzione”. Forza Italia ha spiegato “è un partito europeista se il governo italiano fosse anti-europeista noi non staremmo un minuto in più al governo, questo deve esser molto chiaro. L’Europa per noi rappresentata la stella polare”.
Sono tutti messaggi neanche troppo cifrati per le intemperanze della Lega. Un duello che è destinato ad aumentare con l’avvicinarsi delle elezioni. Intanto quelle Regionali, per le Politiche c’è ancora tempo ma il clima è già da campagna elettorale. (Public Policy)
@davidallegranti
(foto cc Palazzo Chigi)