Edifici green, aumentano i target per i privati (con flessibilità)

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BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Aumento degli obiettivi di prestazione minima energetica per gli edifici residenziali, da raggiungere entro il 2030 e il 2033, ma con una flessibilità a disposizione degli Stati membri su massimo il 15% del parco immobiliare. Lo prevede la bozza di un emendamento di compromesso alla revisione della direttiva sulla performance energetica degli edifici (direttiva EPBD), all’esame dei relatori in commissione Industria ed energia (Itre) del Parlamento Ue, di cui Policy Europe ha preso visione.

Il testo è ancora in fase di negoziato, in vista del voto in commissione del 9 febbraio.

Nel dettaglio, la bozza di emendamento prevede che gli edifici residenziali dovranno raggiungere entro il 2030 la classe energetica E invece che la F, come prevede la proposta della Commissione; ed entro il 2033 la classe energetica D invece che la E.  Dalla bozza di emendamento di evince come in una precedente versione i relatori avessero provato ad alzare ulteriormente i target alla classe D per il 2030 e alla classe C per il 2033.

La bozza di emendamento di compromesso prevede che la Commissione europea possa però concedere, su richiesta motivata di uno Stato membro, di applicare un approccio alternativo per adempiere all’obbligo di raggiungere i livelli di prestazione minima energetica. “Gli Stati membri – si legge nella bozza – possono adeguare gli standard minimi di prestazione energetica per gli edifici residenziali e le unità immobiliari, per parti specifiche o particolari sottosegmenti del loro parco immobiliare, per ragioni che includono la fattibilità economica e tecnica e la disponibilità di manodopera qualificata”. In questi casi la notifica alla Commissione andrà effettuata entro il 1° gennaio 2026.

L’approccio alternativo e l’adeguamento degli standard minimi di prestazione energetica si applicheranno a un massimo del 15% degli edifici residenziali e non si applicheranno dopo il 31 dicembre 2034. “I condomini, nei quali più del 50% delle abitazioni sono tipicamente locati, non possono beneficiare dell’adeguamento di cui al comma precedente”, si legge ancora.

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NAF