Il Piano Mattei in Parlamento, tra audizioni e critiche

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ROMA (Public Policy) – Le commissioni Esteri di Camera e Senato sono impegnate con l’esame della relazione relativa allo schema di dpcm sul Piano Mattei, in relazione alle quali le commissioni saranno chiamate a redigere un apposito parere.

Sul tema, la scorsa settimana, si sono tenute anche diverse audizioni, tra cui quella di Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico della presidente del Consiglio, che è tornato anche sul tema dei fondi pre-esistenti, spiegando che “certamente la cooperazione non l’ha scoperta il Piano Mattei, così come il Fondo clima è una legge del 2021. Quello che fa Piano Mattei è riorientare i fondi” esistenti “più che raddoppiando i Paesi prioritari della cooperazione verso l’Africa”. “Non bisogna fare l’errore – ha aggiunto – di dire che tutto questo c’era già. Tutta una serie di progetti che si sono fatti in questi mesi sono progetti nuovi e una serie di interlocuzioni con i Paesi africani non ci sono mai state”.

Quanto al Fondo clima, “la governance viene aggiornata”. “Il Fondo clima – ha spiegato – sarà strutturato su tre comitati, uno di questi, in aggiunta, sarà gestito e avrà la presenza anche di Palazzo di Chigi perché questo Fondo clima è stato concepito quando non c’era il Piano Mattei. Il Piano è incardinato a Palazzo Chigi e la filosofia di inserire Chigi nel Fondo Clima è semplicemente per coordinare, ascoltare e condividere delle politiche sul Continente africano“.

Apprezzamento sull’iniziativa del Piano è giunta da Ecco Climate che pure ha sottolineato che “quello che non abbiamo visto finora è uno sforzo maggiore soprattutto sulle energie rinnovabili, soprattutto solare ed eolico, ma anche infrastrutture abilitanti come le batterie e le rete elettrica. Sulle reti elettriche, l’interconnessione Tunisia-Sicilia è molto utile, perché abilitante, ma vorremmo vedere di più visto il potenziale“.

“Ci sembra importante – hanno aggiunto i rappresentanti – avere criteri di esclusione dei combustibili fossili dalla scelta dei criteri di finanziamento che sono in linea con Cop28 e, in questo, vediamo una discrepanza del piano rispetto all’apertura a nuovi investimenti in gas. Dal nostro punto di vista non ci sono ancora evidenze per cui siano giustificati investimenti in gas sia dal punto di vista energetico che di benefici locali e ci aspettiamo di vedere più evidenze su questo, allineando le scelte rispetto agli obiettivi di Cop28. Ci auguriamo di avere trasparenza sulle cifre, sui progetti e sugli attori coinvolti per avere un dibattito pubblico aperto e trasparente, sia in Parlamento che fuori”.

Sempre sullo schema di dpcm giovedì al Senato verranno auditi i rappresentanti di Unhcr, Avsi (Fondazione Volontari per il Servizio Internazionale) e Cdici (Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale). Alla Camera, invece, verrà audito martedì alle 14 Stefano Vecchioni, amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi, mentre mercoledì sarà il turno del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, di Marco Riccardo Rusconi, direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e di Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti.

Molto critiche sul Piano le associazioni ambientaliste (come ReCommon, audita lunedì alla Camera) e parte delle opposizioni, a partire da Pd, M5s e Avs: “Il Piano Mattei dovrebbe essere il progetto più ambizioso della politica estera di Meloni. Finora è poca cosa: zero nuove risorse, tanti progetti riciclati, e accentramento a Palazzo Chigi. Più che un Piano con l’Africa, un Piano Marketing che usa l’Africa”, sottolinea su Twitter la deputata Lia Quartapelle.

Più cauto il leader di Azione Carlo Calenda: “Sono solo parzialmente d’accordo con questa analisi del @pdnetwork sul Piano Mattei. 1) vero, il Piano Mattei non contiene risorse aggiuntive rispetto a quelle già stanziate. 2) vero, l’unica dimensione che può avere effetto in Africa è quella europea attraverso accordi di cooperazione bilaterale, che peraltro avevamo impostato con la Commissione Juncker. 3) È tuttavia positivo che ci sia un luogo istituzionale di coordinamento di delle iniziative pubbliche e private verso l’Africa. Tutti i grandi paesi europei ne hanno uno e Palazzo Chigi è il posto giusto per farlo. Del resto questo approccio è quello già impostato da Romano Prodi all’epoca del suo ultimo governo. Per inciso sarebbe utile chiede a Prodi, così come a Marco Minniti, di collaborare al piano 4) La politica verso l’Africa non può che seguire linee guida bipartisan perché dovrà continuare, per essere efficace, per decenni. 5) Sarebbe utile che @GiorgiaMeloni si rendesse disponibile per un incontro con le opposizioni e ne ascoltasse i suggerimenti. Allo stesso modo Azione non esprimerà una posizione preconcetta sul Piano Mattei. Sulla politica estera dobbiamo fare uno sforzo per cercare un punto di contatto comune con l’interesse nazionale”. (Public Policy) VAL-GAV