BRUXELLES (Public Policy Europe) – Il gruppo del PPE al Parlamento europeo vuole alzare ancora di più le soglie di applicazione della direttiva sulla sostenibilità ambientale ed eliminare l’obbligo per le imprese di presentare un piano di transizione. La portata degli emendamenti presentati dai Popolari potrebbe portare i gruppi alla destra del PPE a votarli.
Il relatore in commissione Affari giuridici (Juri) del Parlamento europeo, l’eurodeputato Jorgen Warborn, ha presentato una serie di emendamenti a nome del PPE al primo provvedimento Omnibus, per la semplificazione delle direttive CSDDD e CSRD sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale. Gli emendamenti saranno votati giovedì prossimo, durante la mini plenaria che si svolgerà a Bruxelles. Come riportato mercoledì da Public Policy Europe, il gruppo S&D ha presentato i suoi emendamenti da solo, così come Renew.
Sulla direttiva CSRD, il PPE vuole alzare le soglie di applicazione a alle imprese con un numero di dipendenti oltre 1.750 e un fatturato netto di 450 milioni di euro durante l’esercizio finanziario. Attualmente la proposta della Commissione prevede una soglia di 1000 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio superiore a 25 milioni di euro. Per il PPE, inoltre, dovrebbe essere possibile esentare dall’obbligo di segnalazione le imprese madri finali che sono società di partecipazione finanziaria non coinvolte in attività di gestione.
Un altro emendamento prevede che le imprese all’interno della catena del valore dovrebbero poter scegliere volontariamente un modello per la comunicazione delle informazioni sulla sostenibilità, in modo che le imprese che richiedono informazioni non siano tenute a valutare o mappare le categorie dimensionali di tutte le entità della loro catena del valore. Inoltre, gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità dovrebbero tenere conto delle difficoltà, comprese le limitazioni giuridiche derivanti dalla direttiva, che le imprese potrebbero incontrare nel raccogliere informazioni dagli attori lungo tutta la loro catena del valore. Le informazioni del report sulla sostenibilità dovrebbero essere “proporzionate e pertinenti alle capacità e alle caratteristiche delle imprese nelle catene del valore, nonché alla portata e alla complessità delle loro attività”.
Sulla direttiva sulla due diligence l’obiettivo del PPE è eliminare il piano di transizione climatica, che “sono state ritenute sproporzionate, in particolare a causa dell’onere amministrativo che comportano per le imprese e le autorità competenti, e potrebbero determinare incertezza giuridica”.
Sul piano delle sanzioni l’obiettivo è consentire agli Stati membri di poter fissare nella loro legislazione nazionale un limite massimo o un tetto massimo. Secondo il PPE le sanzioni dovranno essere solo “appropriate”.






