La Manovra è in arrivo, tra guerra e libri dei sogni

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Il conflitto a Gaza preoccupa enormemente il Governo italiano, che tuttavia deve occuparsi anche di altro. In Consiglio dei ministri è arrivata la legge di Bilancio, dopo settimane complesse, incominciate con l’invito del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, rivolto agli alleati già pronti con la lista della spese, a non avanzare pretese eccessive fino a giungere alla certificazione, via Giorgia Meloni, che i quattrini saranno pochi: “Non ci sono risorse da sperperare in cose che non hanno senso”, ha detto la presidente del Consiglio. Per lei le risorse, poche, vanno concentrate “nelle cose importanti che sono imprese, lavoro, redditi e famiglie”. Il capo della Lega nonché vicepresidente del Consiglio nonché ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha però detto che “nella legge di Bilancio avremo la copertura economica necessaria per il Ponte sullo Stretto, un’opera che milioni di italiani e siciliani aspettano da cinquant’anni”. E che probabilmente continueranno ad attendere.

Secondo il ministero dell’Economia e delle finanze, serviranno molti quattrini: quasi quattordici miliardi di euro: “Dalle valutazioni effettuate si rileva che le opere che si dovranno realizzare saranno quelle già ricomprese nel progetto oggetto del contratto di concessione, comprendenti l’attraversamento dello specchio d’acqua e le connessioni a terra alle strutture esistenti, per rendere funzionale l’opera. A queste si dovranno sommare opere complementari e di miglioramento ed ottimizzazione delle connessioni con le reti infrastrutturali attuali, sia ferroviarie che stradali, da far realizzare a RFI ed ANAS. Il costo dell’opera oggetto di concessione, pertanto, dagli aggiornamenti svolti, risulta di 13,5 miliardi di euro”. Insomma, come ha osservato Marcello Sorgi, è roba da “libro dei sogni”. E forse di spazio per i sogni al momento non ce n’è. Per questo il governo potrebbe procedere anzitutto in due direzioni, con la conferma del taglio del cuneo fiscale (dai 60 ai 100 euro nelle buste paga dei redditi medio-bassi) e le risorse per finanziare la prima parte della riforma fiscale. “Ci stiamo battendo anche in questa finanziaria per fare in modo che si possano sempre più adeguare le pensioni”, ha detto il leader di Forza Italia Antonio Tajani. Il problema è che il Governo ha scelto di limitare l’indicizzazione all’inflazione delle pensioni più alte, per fare cassa. A ciascuno, insomma, il proprio libro dei sogni.

E l’opposizione? Protesta, a vario titolo, e si divide. Elly Schlein ha annunciato sabato scorso che l’11 novembre il Pd manifesterà in piazza del popolo a Roma, “per i salari, per non dismettere la sanità pubblica”. L’intesa sul salario minimo a 9 euro l’ora con il M5s prosegue ma è sulla politica estera che Pd e 5 stelle si spaccano: “Schlein sicuramente lo ha già visto, ma le consiglio di vedere ‘Full metal jacket’, visto che Enrico Letta ha messo l’elmetto al Pd e Elly non ha avuto ancora il coraggio di toglierlo”.

Il riferimento è alla posizione del Pd sulla guerra. La segretaria del Pd ha schierato il suo partito a sostegno di Israele, come già aveva fatto per l’Ucraina: “Ci siamo tutti schierati al fianco di Israele, senza ambiguità, nel condannare nettamente l’attacco terroristico di Hamas, di violenza efferata contro i civili israeliani”, ha detto Schlein: “Ora è il tempo della politica e di fare ogni tentativo per evitare un’escalation del conflitto e nuove vittime innocenti. Bisogna lavorare perché il diritto di Israele a difendersi dall’aggressione e di contrastare e fermare il terrorismo di Hamas si realizzi nel rispetto del diritto internazionale e proteggendo la vita dei civili palestinesi, le cui vite non valgono di meno”.

Fin qui, invece, non è mancata l’ambiguità del M5s di Giuseppe Conte. Non da ora, per la verità, ma da sempre. Subito dopo l’attacco di Hamas, d’altronde, il capo dei 5 stelle aveva faticato non poco prendere posizione: “Viviamo con dolore questo attacco terroristico che sta mietendo tante vittime… È la sconfitta della politica, perché quando la politica è miope, fallisce, si creano le premesse della spirale di violenza”. (Public Policy)

@davidallegranti

(foto cc Palazzo Chigi)