ROMA (Public Policy) – Prosegue a rilento, nella commissione Esteri-Difesa del Senato, l’esame del ddl sul controllo import-export materiali di armamento. La scorsa settimana i senatori Bruno Marton (M5s) e Graziano Delrio (Pd) avevano chiesto di poter trattare in sede referente il provvedimento in questione, ora all’esame della 3a di Palazzo Madama in sede redigente (circostanza in cui la commissione non solo esamina ma vota articolo per articolo il testo, mentre all’assemblea spetta la votazione finale sul ddl nel suo complesso).
Sulla proposta, la presidente Stefania Craxi aveva avanzato l’opportunità di svolgere un’ulteriore riflessione al fine di giungere entro questa settimana ad una decisione sulla remissione in sede referente del disegno di legge. Nessuna decisione però è stata presa nel corso dell’ultima seduta per l’assenza del numero legale in commissione, che ha dunque proseguito l’esame della relazione relativa al testo.
Il provvedimento in esame, va ricordato, reintroduce (con composizione e compiti lievemente diversi), il Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (Cisd), che era stato istituito dalla legge 185 del 1990. Il comitato era stato poi soppresso, nell’ambito di un più ampio intervento di riorganizzazione delle strutture ministeriali, dalla legge 537 del 24 dicembre 1993. Al Comitato interministeriale viene attribuito il compito di applicare i divieti stabiliti dalla legge 185/1990 (in materia di nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento) che non derivino da obblighi internazionali.
La norma, tra le altre cose, cancella la necessità di autorizzazione all’avvio di trattative contrattuali nel caso di scambi con Paesi dell’Unione europea.