La solitudine di Renzi e il voto in Toscana: campagna esplosiva

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Matteo Renzi è rimasto solo. Non lo vuole Carlo Calenda, che si è alleato con il Pd dando l’addio alla nascita del Terzo polo. Non lo vuole davvero neanche il Pd, nonostante le parole più o meno concilianti di Enrico Letta. Il leader di Italia viva dice di voler arrivare al 5 per cento, ma già raggiungere il 3 sarà un’impresa. Le cose non vanno bene nemmeno nelle sua Toscana, a guardare i dati delle elezioni regionali del 2020.

Già quei numeri testimoniavano che il progetto scissionista dell’ex sindaco di Firenze non è riuscito. In Toscana, a casa sua, Italia viva ha preso il 4,48 per cento (e si presentava insieme a +Europa). A Firenze, la città di cui è stato sindaco, ha preso il 6,67 per cento. In pochi anni, Renzi ha disperso un patrimonio politico, sociale, persino umano. Non si può parlare di “start up” perché non sono outsider quelli che hanno aperto Italia viva. Quella pallottola Renzi l’ha già sparata, adesso dovrà cercare di contenere i danni.

Certo, c’è chi ancora spera in un accordo. Come Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che dice: “Se prendete i giornali di due giorni fa, si parlava di un accordo con Calenda che non sarebbe mai accaduto perché era una posizione di centro alternativo sia alla destra che alla sinistra. Avete visto poi che le vie della politica prima del deposito delle liste portano a esiti imprevedibili, io spero che accada anche con Renzi”. Naturale che Giani lo auspichi: in Regione Toscana, Pd e Iv governano insieme. La campagna elettorale per le Politiche fra Pd e Iv in Toscana rischia di essere esplosiva. Soprattutto se è vero che il senatore di Scandicci candiderà in Toscana i cosiddetti big di Italia viva (come la vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi). Con un cortocircuito da segnalare: a sfidarsi potrebbero anche essere gli ex renziani rimasti nel Pd e i renziani superstiti. (Public Policy)

@davidallegranti