ROMA (Public Policy) – L’aula della Camera ha approvato martedì in via definitiva (nella quarta e ultima lettura) il ddl per l’espressa tutela dell’ambiente in Costituzione, che modifica gli articoli 9 e 41 della Carta fondamentale. I voti a favore sono stati 468, con un solo contrario: è stata quindi raggiunta la maggioranza dei due terzi in questa seconda deliberazione, come già avvenuto nell’analogo passaggio al Senato il 3 novembre 2021, dopo che il testo aveva ottenuto il via libera di entrambi i rami del Parlamento in prima deliberazione nel testo unificato modificato solo nel primo passaggio a Palazzo Madama.
La revisione costituzionale ha quindi il disco verde e non si può procedere al referendum popolare confermativo. Secondo la Costituzione, infatti, le modifiche della stessa Carta devono essere adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Se però la la legge di revisione costituzionale viene approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti, non si fa luogo a referendum.
Il testo aveva avuto il suo ultimo passaggio nelle commissione Affari costituzionali a Montecitorio, che lo aveva licenziato il 19 gennaio scorso (senza esame degli emendamenti, come da regolamento), conferendo il mandato a riferire in assemblea alla relatrice Valentina Corneli (M5s). In quest’ultimo passaggio in aula, alla Camera, anche Alternativa ha annunciato voto a favore, mentre FdI ha annunciato libertà di voto per i suoi deputati.