ROMA (Public Policy) – Roma, 29 ago – È stata pubblicata ieri in Gazzetta ufficiale, entrando così in vigore, la nuova legge sulla “disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo”, approvata lo scorso 1 agosto in sede deliberante dalla commissione Affari esteri del Senato. Tra le innovazioni più significative, la costituzione di un sistema unitario della cooperazione italiana, “oggi disperso in mille rivoli nazionali e locali”, sotto la regia del titolare della Farnesina, che assume la denominazione di ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale. E poi: l’obbligo di nominare un viceministro degli Esteri dedicato alla cooperazione; la costituzione di un’Agenzia per la cooperazione, sulla falsariga delle migliori esperienze europee, collocata presso la Farnesina, e di un fondo presso la Cassa Depositi e prestiti; la previsione di un piano del governo di rientro nei parametri internazionali di impegno finanziario per la cooperazione, oggi clamorosamente disattesi.
“Dopo anni di tentativi andati a vuoto – aveva commentato il vicepresidente del Pd al Senato e relatore del provvedimento, Giorgio Tonini, in occasione dell’approvazione definitiva del testo risalente al governo Letta – finalmente la riforma della legge sulla cooperazione allo sviluppo è stata approvata oggi dal Senato in via definitiva e a larga maggioranza”. E oggi Tonini ha scritto sul suo profilo facebook: “Ci ho lavorato dieci anni, per tre volte relatore, attraverso quattro legislature, tre presidenti di commissione esteri del Senato e mi pare sei ministri degli Esteri. Era ora che si arrivasse in porto…”. (Public Policy)
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