ROMA (Public Policy) – Martedì sarà affrontato dalla Corte costituzionale, in udienza pubblica, il nodo del ricorso presentato dall’avvocato Aldo Bozzi, ed altri firmatari, contro la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno, sulla costituzionalità di alcune norme contenute nell’attuale legge elettorale; svolgerà la relazione il giudice Giuseppe Tesauro.
Le norme incriminate, che per i ricorrenti violerebbero alcuni articoli della Costituzione, oltre ad essere in contrasto con la Convenzione sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, riguardano il premio di maggioranza e il sistema delle preferenze per Camera e Senato.
In particolare, per il premio di maggioranza, per la Camera, la “previsione che qualora la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi espressi non abbia già conseguito almeno 340 seggi, ad essa viene attribuito il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza”.
Mentre per il Senato la “previsione che nel caso la coalizione o la singola lista che ha ottenuto il maggiore numero di voti validi espressi nell’ambito della circoscrizione non abbia conseguito almeno il 55% dei seggi assegnati alla Regione, con arrotondamento all’unità superiore, l’ufficio elettorale regionale assegna alla coalizione di liste o alla singola lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti un numero di seggi ulteriore necessario per raggiungere il 55% dei seggi assegnati alla Regione, con arrotondamento all’unità superiore”.
Per le preferenze, per la Camera e il Senato, la “disciplina prevista delle modalità di espressione del diritto divoto mediante attribuzione dello stesso a liste di candidati concorrenti, senza possibilità per l’elettore diespressione del voto di preferenza previsto dalla normativa precedente”.(Public Policy)
EPA