ROMA (Public Policy) – “Ci sarà una gravissima incidenza sui rapporti internazionali di cui – perdonatemi – non si è tenuto conto perché non si fa cenno ad un’eccezione per esempio per i casi riguardanti le rogatorie attive e passive. Insomma, non dico uno sfacelo ma quasi”.
Lo ha detto Francesco Lo Voi, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, audito dalla commissione Giustizia alla Camera in merito al disegno di legge di Forza Italia “in materia di intercettazioni tra l’indagato e il proprio difensore e proroga delle operazioni”.
“Quarantacinque giorni non basteranno mai. E tutto questo si trasforma in una specie di divieto a indagare. Sarebbe come dire che nel corso delle indagini preliminari per un qualsivoglia reato è possibile operare solo una perquisizione domiciliare o un solo sequestro. O è possibile operarli solo entro un determinato periodo di tempo”.
“Perché potendo indagare fino a 24 mesi in determinati casi devo privarmi di un mezzo essenziale se io ho il potere e quindi anche il dovere di fare verifiche su una notizia di reato?”, ha dichiarato Lo Voi.
“Mi è difficile comprendere le ragioni attuali di una riduzione così drastica del periodo delle intercettazioni, senza considerare” che spesso gli audio raccolti “nei primi mesi vengono realmente compresi sulla base di altre attività investigative o altre intercettazioni che si raccolgono nei mesi successivi”, ha aggiunto.