BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Aumentare l’ambizione del regolamento sulle materie prime critiche, il cosiddetto Critical Raw Materials Act. Questo l’obiettivo di fondo della proposta di mandato negoziale approvato giovedì dalla commissione Industria ed energia (Itre) del Parlamento Ue.
Il regolamento è stato proposto a marzo dalla Commissione europea e punta a ridurre la dipendenza dell’Ue dai Paesi terzi – in particolare dalla Cina – per la fornitura di materie prime, oggi più che mai necessarie nella produzione di prodotti high-tech e della tecnologia necessaria alla transizione verde (clean-tech) o per le batterie. Pilastri del regolamento – che ora dovrà essere negoziato con il Consiglio Ue – sono la definizione di una lista di materie prime fondamentali, per le quale andrà garantito il monitoraggio delle forniture e l’approvvigionamento; la previsione di progetti strategici dell’Ue per la ricerca e l’estrazione con procedure accelerate; norme per il riciclo e lo stoccaggio di materie prime.
Da sottolineare come la commissione Itre abbia deciso di non toccare l’elenco di materie prime critiche contenuto nella proposta originaria della Commissione. Un emendamento approvato ha perà specificato che l’elenco delle materie prime strategiche comprende anche i sottoprodotti di altri processi di estrazione o riciclaggio. L’eventuale successiva aggiunta di nuove materie all’elenco potrà avvenire anche “se vengono rilevati rischi di approvvigionamento a seguito del monitoraggio e delle prove di stress effettuate”. Per quanto riguarda l’aggiornamento dell’elenco delle materie prime critiche “la Commissione prenderà in considerazione l’aggiunta di un indicatore supplementare alla valutazione della criticità che rifletta sia la scarsità dei materiali che la loro intensità energetica nella produzione”.
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NAF