(Public Policy) – Roma, 20 nov – Innanzitutto ci sono le
missioni internazionali, tre nei soli Territori palestinesi.
E poi ci sono gli interventi dei parlamentari, le audizioni,
le prese di posizione dei ministri degli Esteri della XVI
legislatura (Franco Frattini prima, Giulio Terzi ora). Il
Parlamento si è occupato più volte del conflitto
israelo-palestinese che in questi giorni è tornato a
infiammare il Medio Oriente. Vediamo come.
LE MISSIONI INTERNAZIONALI
Nel corso della legislatura il Parlamento ha esaminato a
più riprese provvedimenti per la proroga della
partecipazione italiana a missioni internazionali. L’ultimo
atto è stato il decreto-legge 29 dicembre 2011, n.215, che
estende l’impegno italiano nelle missioni internazionali a
tutto il 2012 (convertito con modificazioni dalla legge 24
febbraio 2012, n.13).
Tra le missioni, ve ne sono alcune che riguardano
direttamente il Medio Oriente, Israele e Palestina:
1) la missione Ue di assistenza alle frontiere per il
valico di Rafah (frontiera internazionale tra l’Egitto e la
Striscia di Gaza), denominata “EUBAM Rafah” (EU Border
Assistance Mission on the Gaza-Egypt Border-Crossing).
L’impegno europeo scaturisce da un’intesa siglata il 15
novembre 2005 tra Anp (Autorità nazionale palestinese) e
Israele. Il personale non è armato e risiede ad Ashkelon,
nello Stato ebraico.
2) La missione TIPH 2 (Temporary International Presence in
the city of Hebron) a Hebron, in Palestina, frutto di un
accordo tra Anp e Israele del 1995. Alla missione
partecipano, oltre all’Italia (con i Carabinieri, ma
disarmati), anche Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera e
Turchia.
3) La missione di polizia dell’Unione europea in Palestina,
denominata Eupol-Copps (European Union Co-ordinating Office
for Palestinian Police Support), iniziata il 1° gennaio
2006, per aiutare l’Anp nei campi relativi alla giustizia e
al controllo del territorio.
E poi, oltre alla nota missione Unifil (e Unifil II) in
Libano (a seguito del conflitto tra Israele ed Hezbollah del
2006), dove sono presenti militari italiani, va ricordata la
più vecchia missione di peacekeeping dell’Onu in Medio
Oriente: Middle East-UNTSO (United Nations Truce Supervision
Organization, dal 1948).
L’UNTSO opera in quattro dei cinque Paesi interessati al
conflitto (Israele, Egitto, Siria e Libano; l’altro è la
Giordania). A seguito della crisi tra Libano ed Israele,
tutto il personale di UNTSO è stato ritirato da 3 dei 4
Paesi e concentrato – in particolare il personale italiano –
presso Naqoura, in territorio libanese.
GLI INTERVENTI DEI MINISTRI
Per quanto riguarda il Governo Monti, l’ultimo intervento
parlamentare del ministro Giulio Terzi di Sant’Agata
(ambasciatore in Israele tra il 2002 e il 2004) si è avuto
nella seduta delle commissioni Esteri riunite di Camera e
Senato il 6 giugno 2012. Oggi è prevista un’audizione su
Gaza.
Il primo intervento parlamentare dell’Esecutivo tecnico
sulla questione israelo-palestinese è datato 30 novembre
2011, quando il ministro Terzi ha riferito alle commissioni
Esteri riunite in ordine alle linee programmatiche del suo
dicastero, ribadendo “la posizione di equilibrio dell’Italia
tra le esigenze contrapposte, che mira ad assicurare a un
tempo il principio fondamentale della sicurezza dello Stato
israeliano e dei suoi cittadini, e l’impegno non meno
essenziale per la creazione di uno Stato palestinese”.
Per quanto riguarda il precedente Governo Berlusconi, il 14
settembre 2011 l’allora ministro degli Esteri Franco
Frattini aveva riferito, sempre in sede di commissioni
riunite, sugli sviluppi del processo di pace.
Prima, in occasione dei fatti verificatisi il 31 maggio
2010 al largo delle coste di Gaza, quando l’abbordaggio da
parte della Marina militare israeliana di alcune navi
cariche di aiuti umanitari – che intendevano forzare
l’embargo imposto sulla Striscia dal Governo di Tel Aviv –
aveva provocato nove morti (otto attivisti turchi e un
cittadino statunitense) e numerosi feriti, lo stesso
Frattini aveva riferito due volte alle commissioni riunite
(il 9 e il 17 giugno 2010).
Già l’anno prima, nel 2009, il conflitto
israelo-palestinese aveva costituito l’oggetto principale
delle comunicazioni di Frattini alle commissioni Esteri
riunite (27 maggio 2009). Anche dopo l’operazione “Piombo
fuso” dell’esercito israeliano a Gaza (27 dicembre 2008-17
gennaio 2009), le commissioni riunite avevano ascoltato le
comunicazioni del ministro Frattini sugli sviluppi della
situazione (30 dicembre 2008 e 7 gennaio 2009).
LA MISSIONE DELLA COMMISSIONE ESTERI DELLA CAMERA
Dal 21 al 24 febbraio 2012, infine, una delegazione della
commissione Esteri alla Camera ha svolto una missione in
Israele e Palestina, di cui ha riferito a Montecitorio il 29
febbraio. Ne facevano parte il presidente dell’organo
parlamentare Stefano Stefani (Lega) e i deputati Franco
Frattini (Pdl, ex ministro degli Esteri) e Francesco
Tempestini (Pd). Durante la visita i tre parlamentari
avevano incontrato membri delle istituzioni israeliane,
esponenti dell’Anp, rappresentanti delle Nazioni Unite e
della società civile palestinese. (Public Policy)
– L’AUDIZIONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI
GAV