MORANDO: SE PD SPOSA POSIZIONI SEL, FAREMO BATTAGLIA POLITICA

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(Public Policy) – Roma, 24 set – (di Gaetano Veninata) Se il
Pd sposerà le posizioni di Vendola, sarà giusto fare una
battaglia politica, chiedere un chiarimento. Lo ha detto il
senatore democratico Enrico Morando, firmatario, insieme al
collega Pietro Ichino, di un “memorandum” sul futuro
programma elettorale del Pd, che verrà presentato il 29
settembre, al Tempio di Adriano, in occasione dell’assemblea
aperta indetta da 15 parlamentari “montiani” del Pd.

Public Policy lo ha intervistato.

D. PORTARE L’AGENDA MONTI OLTRE IL 2013. COSA SIGNIFICA
NEL CONCRETO?
R. Significa che nella proposta del 2013 ci dovranno essere
tutti i necessari elementi di continuità rispetto
all’esperienza che stiamo compiendo con il Governo Monti,
perchè il primo problema che dobbiamo risolvere e che deve
affrontare chiunque voglia proporre al Paese una soluzione
di Governo dev’essere rendere chiaro questo punto cruciale:
muoversi in continuità con l’agenda Monti, certo aggiungendo
nuove cose, dando più respiro e adottando strategie medio
lungo periodo: ma in continuità.

È chiaro che se sento Vendola sento proposte in cui la
prevalenza è una rottura della continuità. Poi vedo il Pd
che dice: ‘Il mio alleato fondamentale è Vendola’, e allora
mi preoccupo e promuovo insieme ad altri parlamentari
un’iniziativa del genere.

D. SE IL PD DOVESSE SCEGLIERE, COME SEMBREREBBE FINORA,
UN’ALLEANZA CON SEL, VOI COME VI MUOVERETE?
R. Il problema non è la coalizione con Sel. Il problema è:
per il Pd, l’elemento della continuità con il Governo Monti,
è o no l’elemento prevalente? Se lo è e lo sarà per il Pd,
naturalmente Sel ha dimensioni e caratteristiche per cui
dovrà adeguarsi.

Il problema sorge – ha
aggiunto il senatore – se anche nelle posizioni del
responsabile Lavoro ed economia del partito prevale la
tendenza a mettere in evidenza elementi di rottura con le
scelte del Governo Monti. Beh, allora è chiaro che non si
tratta più solo della posizione di Vendola, e noi pensiamo
sia giusto battersi per un chiarimento e fare una battaglia
politica.

D. COME GUARDATE ALLE PRIMARIE?
R. Innanzitutto noi non siamo una corrente, dunque tra noi
quindici c’è chi vive le primarie in maniera diversa. Alla
fine ognuno di noi si orienterà, ma l’asticella che ogni
candidato deve saltare è asticella che abbiamo fissato
all’altezza della continuità con l’agenda Monti.

D. VICENDA FIAT, COME VALUTA L’OPERATO DI GOVERNO E PD?
R. Il Governo sta sviluppando un’iniziativa che risponde
agli interessi generali del Paese, a fronte di un mutamento
della strategia aziendale che deriva anche da condizioni di
mercato molto più difficili di quelle originariamente
previste.

L’incontro di sabato (tra azienda e Governo; NdR) ha posto
premesse per un confronto più ravvicinato sulle scelte che
l’azienda si appresta a fare riguardo al piano Fabbrica
Italia. Alla luce di ciò potranno emergere anche problemi
sui quali l’attività di regolazione del Governo potrebbe
essere utile per una soluzione dei problemi dell’azienda: in
quel caso bisognerà avere capacità e sensibilità
nell’intervenire.

L’Italia è un grande Paese manifatturiero, e non può essere
tale senza industria dell’auto. La situazione è drammatica,
ma i problemi devono essere risolti dal management Fiat e
nessuno può decidere al posto suo, ma è interesse del Paese
mantenere questa attività produttiva in Italia, il suo
cervello in Italia, e tutti devono fare quello che è
necessario per conseguire questo scopo.

Tutti dovrebbero avere inoltre l’umiltà di affrontare il
problema alla luce dei fatti e delle cose reali, per esempio
la crisi del mercato auto, senza sputare sentenze, come
fanno persone che hanno avuto un ruolo enorme nel portare
l’azienda sull’orlo del collasso soltanto qualche
quinquennio fa. (Public Policy)