Trasporti, per il Governo elettricità e idrogeno sono complementari

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ROMA (Public Policy) – “Riferisco quanto rappresentato dal ministero della Transizione ecologica (Mite), delegato a rispondere. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede l’introduzione del vettore idrogeno anche nel settore della mobilità, con l’obiettivo di contribuire nei prossimi anni alla riduzione delle emissioni di CO2 nel settore. In particolare, si fa riferimento all’idrogeno verde, ovvero prodotto da fonti rinnovabili, che rappresenterà uno dei pilastri del processo di decarbonizzazione del sistema produttivo, per la produzione di fertilizzanti e altri prodotti chimici, nonché per usi energetici come nei cosiddetti settori industriali ‘hard to abate‘ quali quello dell’acciaio, della chimica, della ceramica e del vetro, fra gli altri. Ulteriore settore prioritario, individuato dal ministero della Transizione ecologica, d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), è rappresentato, appunto, dalla mobilità, declinata in due aree di intervento: il settore ferroviario e il settore del trasporto pesante su gomma. L’introduzione dell’idrogeno in entrambi i comparti non si pone in contrapposizione con il processo di elettrificazione della mobilità, già in atto nel Paese, ma costituisce un ulteriore elemento di complementarità nel processo di decarbonizzazione, in linea con il Piano nazionale italiano Energia e clima, nonché con le successive direttive europee incluse nello strumento programmatico e finanziario Next Generation EU (fra cui, innanzitutto, il pacchetto ‘Fit for 55%’)”.

Così la risposta resa dal viceministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Alessandro Morelli, in commissione Trasporti della Camera, a un’interrogazione di Enza Bruno Bossio (Pd) sullo sviluppo delle tecnologie a idrogeno nel quadro delle strategie del Governo volte alla decarbonizzazione del settore dei trasporti leggeri e pesanti.

“La declinazione nel settore ferroviario – ha aggiunto – è scaturita da un confronto fra i due ministeri principalmente interessati, nonché dalla verifica della maturità tecnologica dell’industria ferroviaria e dalla valutazione tecnico-economica dell’eventuale ristrutturazione delle linee ferroviarie non elettrificate, che costituiscono circa il trenta per cento della rete nazionale. Pertanto, l’uso dell’idrogeno costituisce una valida e conveniente alternativa economica per la progressiva ristrutturazione delle tratte ferroviarie, consentendo una progressiva decarbonizzazione del settore”.

“Per quanto riguarda il trasporto pesante su gomma, la misura – ha specificato il viceministro – ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e di altri fattori climalteranti prodotti dai mezzi pesanti, alimentati prevalentemente con motori diesel, attraverso l’utilizzo dell’idrogeno quale strumento di produzione di combustibili alternativi sostenibili. Le proiezioni del settore industriale afferente prevedono in un prossimo futuro la vendita di oltre 4mila mezzi in Italia e, considerando che le emissioni di CO2 di un mezzo pesante sono circa 16t/anno per una percorrenza media annua di 200mila km, si stima che al 2030 le emissioni strutturali potenzialmente evitate risultano essere pari a 640mila CO2 t/anno. Inoltre, è opportuno sottolineare che in alcuni casi i terminali delle tratte ferroviarie rappresentano il punto di partenza dei collegamenti del Trasporto pubblico locale verso le aree limitrofe. In quest’ottica i punti di rifornimento di idrogeno potranno assumere la duplice funzione di soddisfare la domanda di entrambi i settori della mobilità e trasporto”.

“L’implementazione delle progettualità dell’idrogeno, pertanto, trova la massima funzionalità ove l’alimentazione elettrica, per ragioni tecniche ed economiche, non riesce a soddisfare alcuni segmenti della domanda. In questa prospettiva il vettore si configura come elemento sinergico e acceleratore della decarbonizzazione. Attraverso il Pnrr, sono state finanziate sperimentazioni relative ai trasporti ferroviari e stradali, che consentiranno di studiare e verificare l’efficacia di questa tecnologia. Si tratta, in particolare, della linea di investimento 3.3 della M2C2 (dotata di 230 milioni di euro) relativa alla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale, consistente nella realizzazione di 40 stazioni di rifornimento di idrogeno per veicoli su gomma. A questa si aggiunge la linea di investimento 3.4 della M2C2 (dotata di 300 milioni di euro) relativa alla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario, con cui si prevede la realizzazione di almeno 10 stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni. Questi interventi sperimentali, a cura del Mims, contribuiranno a fornire dati e informazioni volte a strutturare una strategia più ampia, in particolare qualora queste tecnologie dovessero essere sviluppate – in Italia e all’estero – su una scala sufficientemente grande da abbatterne i costi e aumentarne il potenziale. La creazione di una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno verde sul territorio nazionale si inserisce nel più ampio disegno della mobilità europea dei ‘Green Corridor’, intercettando i mezzi provenienti dall’Europa del Nord, che collegano i nodi strategici della logistica europea e globale. Inoltre, come rappresentato, l’infrastruttura potrà essere utilizzata anche dai mezzi del Trasporto pubblico locale, contribuendo alla decarbonizzazione strutturale della mobilità sostenibile nei centri urbani”.

“Purtuttavia, si specifica che attualmente la produzione di idrogeno verde necessita di una grande quantità di energia rinnovabile ed è soggetta a rilevanti costi di produzione e stoccaggio, oltre a richiedere approfondimenti sia tecnici che normativi circa le risorse necessarie per la predisposizione dell’infrastrutturazione relativa e del trasporto del vettore”.

“Per quanto attiene le attività più propriamente di ricerca e sviluppo, il Mite – ha proseguito il viceministro –  ha recentemente emanato l’avviso pubblico relativo all’attuazione della misura Pnrr M2C2-Investimento 3.1, avente la finalità di individuare le Regioni e le Province autonome interessate ad avviare progetti di investimento che prevedano la riconversione di aree industriali dismesse per la creazione di centri di produzione e distribuzione di idrogeno, prodotto utilizzando unicamente fonti di energia rinnovabili. Inoltre, a valere sulla misura del Pnrr M2C2-Investimento 3.5, il Mite ha emanato un ulteriore bando rivolto agli enti di ricerca e alle università, anche congiuntamente con imprese, per la realizzazione di progetti di ricerca fondamentale in riferimento a tematiche quali produzione di idrogeno clean e green, tecnologie innovative per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno e la sua trasformazione in derivati ed e-fuels e celle a combustibile per applicazioni stazionarie e di mobilità”.

“Infine, riguardo l’ipotesi formulata dall’interrogante circa l’eliminazione del vincolo di destinazione dal Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile (Psnms), consentendo l’accesso alle infrastrutture e a tutte le tipologie di veicoli al fine di generare una domanda costante di idrogeno e la diffusione dei veicoli a fuel cell, si specifica che le risorse afferenti a tale strumento di programmazione Psnms, adottato con dpcm n. 1360/2019, sono destinate esclusivamente al rinnovo del parco circolante relativo al Trasporto pubblico locale (Tpl), non consentendo la concessione di incentivi a soggetti privati. Atteso quanto rappresentato, i ministeri preposti stanno operando nella direzione auspicata e nel solco di quanto previsto dal Pnrr, tenendo in considerazione l’implementazione anche di normative specifiche per lo sviluppo del vettore idrogeno quale elemento fondamentale per il processo di decarbonizzazione dei sistemi produttivi e della mobilità, privilegiando la transizione verso forme di idrogeno decarbonizzato”, ha concluso. (Public Policy) GIL