La proposta dei 5 stelle per ‘analizzare’ la deindustrializzazione

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ROMA (Public Policy) – Istituire “una commissione parlamentare di inchiesta sulla deindustrializzazione” perchè è “improrogabile e necessario indagare e verificare le cause di questo processo”. É questo l’obiettivo di una proposta di legge alla Camera, a prima firma dell’ex capogruppo Riccardo Nuti (M5s), che è stata da poco assegnata all’esame della commissione Attività produttive di Montecitorio.

Per i proponenti, sulla politica industriale, ci deve essere “un cambio che deve apportare al Paese nuova linfa vitale per la sua economia e più possibilità occupazionali per consentire una solida ripresa economica in questo periodo di crisi senza precedenti”. Infatti “bisogna riportare l’Italia nel seno delle nazioni più industrializzate, anche per recuperare il posto che le spetta in ambito internazionale per la sua storia e per la fierezza del suo operoso popolo”.

In particolare, si legge nella proposta, “ormai da troppi anni, nonostante il succedersi di governi di diverso colore, l’Italia soffre la mancanza di una politica industriale, anche a breve termine” e “è emersa una visione delle società pubbliche, del settore industriale o no, come fondo da cui attingere in tempi di crisi per ‘fare cassa’. Tale attitudine, priva di qualsiasi lungimiranza politica, ha sicuramente contribuito in maniera sostanziale a questo processo”.

Nella relazione che illustra la proposta si sostiene ancora che “è la Carta costituzionale che per prima ci richiama al dovere di perseguire una solida politica industriale. Infatti, il titolo III della parte seconda, dedicato ai rapporti economici, si sofferma ampiamente sulle funzione dello Stato in economia, in particolare con l’art. 41” e il fenomeno “è stato osservato persino dall’Unione europea, che nel mese di settembre 2013 ha lanciato l’allarme sulla forte deindustrializzazione in corso in Italia“.

Secondo la proposta M5s servirà stanziare “30mila euro, per metà a carico del bilancio interno del Senato e per metà a carico del bilancio della Camera”, al fine di poter consentire il funzionamento per un anno dell’organismo composto “da 15 deputati e da 15 senatori”. Infine “si dispone che la commissione possa presentare, al termine dei propri lavori, una relazione recante proposte di tipo amministrativo e legislativo” per contrastare la deindustrializzazione in Italia.

I COMPITI SPECIFICI DELLA COMMISSIONE Tra i compiti specifici della commissione di inchiesta, per i proponenti, ci saranno quelli di “raccogliere dati sulla deindustrializzazione, valutare l’idoneità della politica industriale italiana ed accertare eventuali responsabilità per la sua mancata attuazione, verificare il rispetto dei diritti dei lavoratori, accertare la conformità alla legge degli eventi connessi al processo di deindustrializzazione e indagare sulla privatizzazione delle imprese di Stato”.(Public Policy)

IAC