(Public Policy) – Roma, 10 apr – “Ieri sera sono rimasto in
aula, con il M5S che occupava, perché credo che sia venuto
il momento di ‘rompere lo schema’ e di provare a forzare una
situazione che dallo stallo passerà presto al panico. Perché
oltre a parlare di ‘governo del cambiamento’, bisognerebbe
avviare una pratica politica del cambiamento”.
Pippo Civati, deputato Pd, con un post nel suo blog chiede
che quella che lui chiama “politica del cambiamento, (che
fino ad ora si è vista pochissimo)”, venga proposta come
“una novità che miri alla sostanza delle questioni, non alle
formule vuote del politicismo che sta travolgendo tutti
quanti e, tra i primi, proprio gli esponenti del M5s”.
Partecipando ieri sera all’occupazione della Camera, “non
mi interessava tanto la questione della costituzione delle
commissioni: per altro molto rilevante, come ho cercato di
spiegare più volte”, spiega Civati. “Mi incuriosiva la
possibilità di superare gli steccati e di parlarsi
francamente, nel luogo deputato, appunto, al Parlamento (che
si chiama, appunto, così, perché è sede del confronto e del
dibattito, non certo della polemica e della
contrapposizione)”.
“E, informalmente, tra i banchi degli uni e degli altri, il
confronto è iniziato – prosegue – con parole meno astiose e
impostate, nel tentativo di provare a portare la ‘rottura
dello schema’ non solo al confronto delle forze politiche,
ma al governo del Paese”.
“Per fare le cose, bisogna iniziare a farle – continua – e
ciò vale per il lavoro del Parlamento, ma vale soprattutto
per la politica. Perché sotto lo streaming finora c’è stato
poco, pochissimo. Più una tensione nervosa (e la conseguente
tenzone delle varie tifoserie), che una tensione politica”.
“L’occasione – conclude – è grande e grandissimo il rischio
di lasciarcela sfuggire. Per fare qualcosa di tradizionale,
perché questo Paese delle rivoluzioni preferisce parlare.
Per farle, c’è sempre tempo. Facciamo mai?”. (Public Policy)
SOR