Regionali: nessuna sorpresa in Veneto, Puglia e Campania

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Nessuna sorpresa alle elezioni regionali in Veneto, Puglia e Campania. I vincitori annunciati hanno vinto. Alberto Stefani, Antonio Decaro, Roberto Fico. Tre nuovi presidenti di Regione che prendono il posto di tre presidenti a fine corsa, ma che non hanno alcuna intenzione di andare in pensione.

Così come era ampiamente annunciato, il dato dell’affluenza è stato molto basso. In Veneto ha votato il 44,64% degli aventi diritto contro il 61,16% di cinque anni prima. In Puglia ha votato il 41,83% contro il 56,43% della volta scorsa. In Campania ha votato il 44,06% contro il 55,52% di cinque anni fa. Le elezioni dunque finiscono 3 a 3: Marche, Calabria e Veneto restano al centrodestra, mentre Toscana, Campania e Puglia restano al centrosinistra.

Ma c’è chi ne approfitta per dare a Giorgia Meloni una sorta di avviso di sfratto. “Sono mesi che ci ripetono un ritornello stanco: Giorgia Meloni non ha rivali, è invincibile, non ha alternative”, dice Matteo Renzi, leader di Italia viva e fondatore della lista Casa Riformista, che ha appena debuttato alle elezioni regionali: “I risultati di Campania e Puglia, dopo la Toscana, dicono invece che l’alternativa c’è, da Casa Riformista fino alla sinistra. E questa alternativa, quando è unita, vince. Da domattina Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale. Perché con questa legge elettorale lei a Palazzo Chigi non ci rimette più piede”.

Cambiano, in ogni caso, i rapporti di forza dentro le coalizioni. Nel centrodestra tutto rimane com’è (le Marche sono di Fratelli d’Italia, la Calabria di Forza Italia, il Veneto della Lega), ma tra i partiti c’è chi sale e c’è chi scende (in Veneto grazie all’effetto Zaia, scrive YouTrend, la Lega supera Fratelli d’Italia), mentre nel centrosinistra il Movimento 5 stelle guadagna un presidente di Regione, salendo a due (l’altra è la Sardegna di Alessandra Todde).

Il Pd esce da questa tornata elettorale con un presidente di Regione in meno. Prima aveva Vincenzo De Luca, ora ha Roberto Fico. Un atto di generosità del partito di Elly Schlein che con la logica testardamente unitaria cede candidati agli alleati.

Il Campo largo è dunque diventato, almeno apparentemente, una coalizione come quella di centrodestra, dove ci si spartiscono aree di competenza politico-geografica. Resta una domanda: in Campania il Campo largo avrebbe vinto anche senza Movimento 5 stelle? (Public Policy)

@davidallegranti