ROMA (Public Policy) – “La Lega Nord non intende più partecipare ai lavori dell’Aula” sul ddl Riforme. Lo ha annunciato, Patrizia Bisinella (Lega Nord), che sarà quindi l’unica rappresentante leghista nei banchi del gruppo (a parte il relatore e vicepresidente di Palazzo Madama, Roberto Calderoli). La Lega, come le altre opposizioni, aveva abbandonato i lavori in polemica col presidente del Senato, Pietro Grasso. Sono rientrati, invece, Sel e Movimento 5 stelle.
LE PAROLE DI GRASSO “Ho utilizzato la mia prima assenza dall’Aula per venire incontro a un invito venuto da più parti e cercare di invitare i senatori dell’opposizione a rientrare in Aula e vedo che lo hanno accolto perché per le riforme costituzionali c’è bisogno del contributo di tutti“.
IL PUNTO Dopo momenti di tensione, scia degli incidenti di ieri sera, l’Aula del Senato sta esaminando abbastanza velocemente, bocciandole tutte, le proposte di modifica all’articolo 2 del ddl Riforme sulla Composizione ed elezione del Senato delle Autonomie.
In apertura di seduta il presidente Pietro Grasso, ha letto gli esiti dell’Ufficio di presidenza di ieri che ha individuato in 11 senatori della Lega Nord come chi “ha causato e prolungato disordini, impedendo il prosieguo dei lavori dell’Assemblea. Tali condotte sono del tutto inaccettabili e rappresentano grave violazione del decoro istituzionale, minano la credibilità e sono lesive della dignità del Senato”, ha spiegato Grasso.
Il presidente ha poi annunciato l’avvio di un’istruttoria nei confronti di 11 senatori leghisti (Centinaio, Divina, Consiglio, Candiani, Arrigoni, Bisinella, Crosio, Tosato, Stefani, Bellot e Munerato) “ai fini dell’irrogazione delle più gravi sanzioni”. Il presidente del Senato si è dimostrato molto più fermo dei giorni scorsi nella gestione dei lavori, impedendo per esempio un uso strumentale degli interventi sull’ordine dei lavori fatti per altri fini. “Ho tollerato fin troppo. Con tutta la pacatezza, dico che non accetto più allusioni alla conduzione delle presidenza”, si è spinto a dire Grasso.
Per protesta nei confronti di quest’atteggiamento le opposizioni (M5s, Lega e Sel) hanno abbandonato l’Aula. Proprio a loro si è rivolto successivamente il senatore Pd Vannino Chiti, critico nei confronti della Riforma, invitandole a rientrare. L’Aula, semivuota per l’assenza delle opposizioni, ha terminato il voto agli emendamenti all’articolo 1 del ddl Riforme, ed è passata al successivo articolo 2 (Composizione ed elezione del Senato delle Autonomie).
Nel frattempo la presidenza dell’Aula è passata da Pietro Grasso a Valeria Fedeli (Pd) che poi ha di nuovo lasciato il posto all’ex magistrato. Relatori e governo hanno espresso parere negativo a tutte le proposte di modifica all’articolo 2. Su questo è scattato l’ennesimo ‘canguro‘, applicato a circa 1.300 emendamenti. Dopo aver bocciato una proposta di modifica, il Senato ha ‘saltato’ infatti cira 1.300 emendamenti all’articolo sulla Composizione ed elezione del Senato delle Autonomie, conformi a quello respinto. Si tratta del secondo taglio maggiore dopo quello da 1.400 emendamenti di due giorni fa. (Public Policy)
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