di Valentina Pigliautile
ROMA (Public Policy) – Via libera dall’ultimo Consiglio dei ministri al Testo unico delle rinnovabili che, in attuazione della delega prevista della legge sul mercato e la concorrenza 2022, definisce “i regimi amministrativi per la costruzione ovvero l’esercizio degli impianti di produzione e dei sistemi di accumulo di energia da fonti rinnovabili, per gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale degli stessi impianti, nonché per le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio dei medesimi impianti”.
Nella versione finale – varata dal Cdm – rimarrebbero, in base a quanto confermato, i paletti introdotti dall’ultima bozza del decreto circolata negli ultimi giorni per quanto riguarda il regime di attività libera. Paletti che hanno spinto alcune associazioni di settore come Elettricità Futura a rivolgere un appello al Governo, sottolineando come “la normativa nazionale attualmente in vigore consente di ammodernare e potenziare gli impianti rinnovabili già installati senza ulteriori autorizzazioni anche in presenza di vincoli paesaggistici, proprio perché si tratta di impianti esistenti e che quindi avevano già ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni. Mentre la bozza di decreto prevede che anche per questi progetti si debba chiedere una nuova autorizzazione, introducendo inutili costi e lungaggini burocratiche”.
Per il ministro Gilberto Pichetto Fratin che, da parte sua, ha confermato l’impianto del decreto legislativo, si tratta invece di una soluzione di “mediazione” per “compensare quello che per alcuni può essere visto come un eccesso di liberalizzazione”. Secondo quanto apprende Public Policy, inoltre, potrebbero inoltre essere presenti piccoli ritocchi sul fronte delle scadenze connesse alle sanzioni amministrative che vengono introdotte in caso di attività di istallazione senza autorizzazione.
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@_ValPigliautile