BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – La Commissione europea fa un passo avanti verso l’uso dei fondi e degli asset congelati nell’Ue, a seguito delle sanzioni contro la Russia, per la ricostruzione dell’Ucraina. Mercoledì mattina dall’Esecutivo europeo è infatti partito un non paper – preso in visione da Policy Europe – e indirizzato agli ambasciatori degli Stati membri nell’Ue per fare il punto delle possibilità sul tavolo per raggiungere l’obiettivo.
Per prima cosa la Commissione spiega come oggi i beni possano essere confiscati dagli Stati membri sulla base di regimi di confisca penale che sono in larga misura già armonizzati a livello dell’Ue. “Questi regimi – spiega Bruxelles – si applicano solo nell’ambito di procedimenti in materia penale. In genere richiedono la prova di uno specifico reato, in genere attraverso una condanna. Una volta accertato il legame tra i beni (ricavi) e l’attività criminosa da cui provengono, possono essere confiscati. In altre parole, i beni di individui ed entità russi designati che sono attualmente congelati non potrebbero essere confiscati semplicemente perché sono di proprietà di tali persone ed entità. Sarebbe sempre necessario un collegamento con attività criminali per confiscare i beni. Inoltre, la confisca potrebbe aver luogo solo dopo la revoca della misura restrittiva o lo svincolo dei beni congelati ai sensi di una deroga applicabile mediante decisione di autorizzazione dell’autorità nazionale competente”.
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NAF