(Public Policy) – Roma, 24 ott – Le dinamiche economiche
degli ultimi anni, aggravate dalla recessione in corso,
hanno determinato una diminuzione del reddito disponibile
delle famiglie in termini reali. Nel secondo trimestre
dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, si è
registrata una riduzione del 4,1% del potere d’acquisto
delle famiglie.
Il direttore dei dipartimento Istat per i conti nazionali e
le statistiche economiche Roberto Monducci, nel corso
dell’audizione al Senato, ha tracciato il quadro della
situazione.
Ad ascoltare a Palazzo Madama la “Indagine conoscitiva
sulle determinanti della dinamica del sistema dei prezzi e
delle tariffe, sull’attività dei pubblici poteri e sulle
ricadute sui cittadini consumatori” era la Commissione
straordinaria per la verifica dell’andamento generale dei
prezzi al consumo e per il controllo della trasparenza dei
mercati.
Nella media del primo semestre dell’anno, ha detto
Monducci, “la crescita tendenziale dei prezzi al consumo si
è stabilizzata al 3,3%, per poi scendere al 3,2% nel terzo
trimestre. L’inflazione acquisita per il 2012, a settembre,
è pari al 3%”.
Il carovita dipende soprattutto dalle tensioni sui prezzi
delle materie prime energetiche.
Nello specifico, i primi nove mesi del 2012 sono stati
caratterizzati da una forte dinamicità dei prezzi dei
carburanti e delle tariffe dell’energia elettrica e gas.
Dopo la leggera attenuazione della dinamica tendenziale,
però, una nuova inversione di tendenza ha riportato a
settembre il tasso di crescita su base annua al 15,9%.
A proposito
dell’inflazione di fondo (calcolata considerando l’indice
generale dei prezzi al consumo al netto dei beni energetici
e degli alimentari non lavorati), Monducci ha riferito che
“la variazione media annua per il 2012, acquisita a
settembre, è pari al 2%. Per i prezzi dei prodotti
acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, la
variazione media annua acquisita per il 2012 è pari al
4,3%”.
Le tariffe, nel primi nove mesi del 2012, sono salite e gli
aumenti più marcati riguardano il gas di rete per uso
domestico (14,6%), il trasporto multimodale (11,3%) e i
trasporti ferroviari regionali (7,8%).
Negli ultimi dieci anni, ha ricordato Monducci, le tariffe
dei beni e servizi di pubblica utilità regolamentate a
livello locale hanno fatto segnare, con alcune significative
differenziazioni territoriali, incrementi ben al di sopra
del tasso medio d’inflazione.
Ha spiegato Monducci: “La valutazione delle tendenze
inflazionistiche che si registrano nel nostro Paese può
trovare utili spunti interpretativi, oltre che dalle analisi
comparate effettuate in precedenza, anche dal confronto
bilaterale con un paese, come la Spagna, caratterizzato,
come l’Italia, da una crisi economica e finanziaria profonda
e da severe politiche fiscali, con modelli di consumo delle
famiglie relativamente simili”.
I dati mostrano che i due Paesi hanno registrato nel corso
degli ultimi anni dinamiche inflazionistiche differenti, con
una variazione dei prezzi al consumo che risulta in Italia
più intensa nel corso di tutto il 2009, all’inizio del 2010
e di nuovo a partire dall’ultimo trimestre del 2011,
registrando invece una dinamica più contenuta tra marzo 2010
e agosto 2011 quando, in Spagna, l’inflazione è stata più
alta.
“È possibile – ha concluso il direttore Istat – rilevare
che nel corso del 2012 l’Italia presenta un tasso
d’inflazione sempre superiore a quello mediamente registrato
nell’area dell’euro, diversamente dalla Spagna che si
colloca, se si escludono gli ultimi due mesi, al di sotto di
essa”. (Public Policy)
SPE