ROMA (Public Policy) – Il processo di distruzione delle armi chimiche siriane è “la più grande operazione del genere da dieci anni a questa parte”. Lo dice durante un’audizione nelle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro degli Esteri Emma Bonino.
“L’adesione alla Convenzione di Parigi (Cac, sulle armi chimiche, del 1993; Ndr) vede solo pochi Paesi mancanti: Egitto, Israele, Angola, Myanmar, Sud Sudan e Angola. Ci siamo attivati per Angola e Myanmar e avevamo iniziato contatti, prima dei fatti degli ultimi mesi (guerra civile; Ndr), con il Sud Sudan”, precisa la titolare della Farnesina, spiegando come l’obiettivo sia quello di un bando globale di tali armi.
“L’Italia – conclude Bonino – si inserisce in questo sforzo internazionale, di distruzione delle armi chimiche siriane, che riteniamo possa essere l’inizio per arrivare a una zona del Medio Oriente priva di armi di distruzione di massa”.
LA SITUAZIONE IN SIRIA
La Siria non ha al momento “alcuna capacità produttiva” per quanto riguarda le armi chimiche. Lo dice durante un’audizione nelle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato l’ambasciatore Ahmet Üzümcü, direttore generale della Opcw (Organization for the Prohibition of Chemical Weapons), l’organizzazione intergovernativa, con sede nei Paesi Bassi, che promuove e controlla il rispetto della Convenzione di Parigi sulle armi chimiche.
“Non abbiamo rispettato la scadenza del 31 dicembre (per la rimozione delle armi dal Paese; Ndr) – precisa – per motivi tecnici. Per quanto riguarda i tempi del trasbordo speriamo possa avvenire entro la prima parte del mese di febbraio. Le condizioni metereologiche non credo possano avere un impatto sull’operazione, per la quale serviranno tra 45 e 90 giorni, quindi parliamo al massimo di due mesi”.
“È importante – continua Üzümcü – che tutti i Paesi diano il loro contributo a questo lavoro internazionale. I progressi sinora compiuti sono davvero considerevoli. I siriani ci hanno consentito di visitare tutti gli impianti nel giro di un mese, verificando le dichiarazioni fatte dal governo di Bashar al-Assad. Prima della collaborazione con il governo siriano avevamo fatto delle stime: siamo soddisfatti davvero, sono stati costruttivi, aperti, e se ci sono armi nascoste non lo sappiamo: ma abbiamo previsto un meccanismo, ai sensi della risoluzione Onu, che consente a ciascun Paese di muovere dei dubbi affinché gli ispettori dell’Opcw si muovano per andare sul posto a controllare”. (Public Policy)
GAV