(Public Policy) – Roma, 28 gen – La proposta centrista
(Mario Monti + Udc e Fli) non può essere definita una vera
novità: il Paese vuole il bipolarismo, il centro può avere
un ruolo d’equilibrio ma non sarà determinante. Parole del
leader Pd Pier Luigi Bersani in un’intervista a Les Echos,
il principale giornale economico francese.
SULLA PATRIMONIALE DI HOLLANDE
“La differenza (con l’Italia; Ndr) – risponde Bersani – è
che Hollande (François, presidente francese; Ndr) sa dove
sono i più ricchi in Francia. Io in Italia non lo so ancora.
Il mio problema non è quello di aumentare le tasse, ma di
tassare quelli che non le pagano. L’Italia deve raggiungere
la media europea di equità fiscale. In Italia, dobbiamo
capire dove sono i ricchi. Perché abbiamo pochissimi
contribuenti che denunciano un guadagno superiore ai 100
mila euro e noi sappiamo che questa non è la realtà”.
“La Banca d’Italia – ricorda il segretario democratico –
stima che l’evasione fiscale arrivi ai 100 miliardi di euro
all’anno. Se riesco a recuperare solo il 7% e l’8% potrei
ridurre le tasse […] In Italia dobbiamo capire chi è
ricco, ma sono sicuro che non avremo bisogno di mettere una
tassa del 75% (come quella francese; Ndr)”.
SUL GOVERNO TECNICO
Il Governo Monti “ha lavorato su due aspetti – sottolinea
Bersani – evitare l’abisso e dare al Paese un elemento di
credibilità sui mercati internazionali. Mi piace anche
ricordare che Monti non ha fatto tutto da solo, ma con il
supporto del nostro partito che ha rinunciato ad andare alle
elezioni in nome dell’interesse nazionale”. Il segretario
del Pd tuttavia aggiunge che bisogna ancora “affrontare
scelte critiche per l’economia reale, l’occupazione, le
riforme civili”.
SULLA ‘BOCCIATURA’ DI MONTI DA PARTE DEL FT
A Bersani sembra una “sentenza ingiusta in parte, sarei più
equilibrato”, afferma il candidato premier per il
centrosinistra. “Certo”, per Bersani “dobbiamo andare oltre
l’esperienza della transizione. Come in tutte le democrazie,
ad un certo punto, abbiamo bisogno che le forze politiche
che governano contino su un ampio consenso popolare. In caso
contrario difficilmente le riforme possono essere
realizzate”.
“La soluzione tecnica ha le sue virtù e le sue limitazioni:
certe cose come la riforma delle istituzioni, la lotta
contro la corruzione o i conflitti di interesse non possono
essere fatte da un governo tecnico”.
SULLA SPESA PUBBLICA
“L’Italia – ricorda Bersani al giornalista francese – ha
una spesa pubblica inferiore alla media europea. Non c’è
dubbio che dobbiamo ridistribuirla […] Ma non si può
credere nell’illusione che unicamente i tagli alla spesa
pubblica siano in grado di generare crescita: non credo in
questa ricetta”.
SUL “MEA CULPA” DELL’FMI
“Alla buon’ora – dice Bersani – L’Italia è pronta ad
accettare che ci sia un esame preventivo del bilancio (dei
singoli Stati; Ndr). Non da parte di un burocrate o di un
commissario, ma attraverso un altro meccanismo
(Europarlamento, Commissione o Consiglio). A condizione che
vengano realizzate alcune misure che garantiscano gli
investimenti e l’occupazione”.
SUL PATTO FISCALE
“Rispetto questo obiettivo – ricorda il leader Pd – ma
voglio che sia preso in considerazione l’impatto del ciclo.
Non possiamo incoraggiare la recessione con l’austerità
[…] Mi piacerebbe avviare un dibattito a livello europeo
sulle misure per la crescita. Per me non è vero che c’è un
destino diverso per la Germania e per la Grecia. Noi tutti
siamo in viaggio sullo stesso treno, anche se alcuni vagoni
sono più comodi di altri”.
SULLA GERMANIA
“È vero che alcuni Paesi non hanno beneficiato dell’euro
per fare i loro ‘compiti a casa’: per noi, si chiama
Berlusconi”, dice Bersani. “Ma – ricorda – dobbiamo anche
riconoscere che la Germania ha tratto un enorme vantaggio
dall’euro in termini di bilancia commerciale e di economia
reale”. Il leader Pd si dice “pronto a rafforzare
ulteriormente il controllo reciproco della finanza pubblica.
Ma in cambio la Germania deve riconoscere che dobbiamo
trovare il modo per aumentare gli investimenti e
l’occupazione nell’area euro”.
SU UN ACCORDO POST-ELETTORALE CON MONTI
“Sono fiducioso che chi raccoglierà la maggior parte del
voto popolare – dice Bersani rispondendo a una domanda sulle
future alleanze – sarà in grado di governare sia alla Camera
che al Senato. Ma anche se avremo la maggioranza, vista la
situazione del Paese, il centrosinistra non sarà settario e
mi impegno a discutere con le forze europeiste e non
populiste. Il nostro avversario sono Berlusconi, la Lega
Nord, Beppe Grillo, e tutte le forme di populismo
antieuropeo. Spetterà a Monti decidere se dialogare con noi”.
SULLA VICENDA MPS
“Si tratta di un caso assolutamente isolato, anche se altre
banche possono avere utilizzato gli strumenti derivati. Da
una parte il sistema italiano delle fondazioni assicura
stabilità – dice Bersani – ma vi è anche un rischio di
interferenza da parte dei gruppi di potere locali.
Per quanto riguarda l’uso di finanza creativa, siamo molto al di
sotto di tutte le altre esperienze straniere. Certo, abbiamo
criticato il governo precedente e Giulio Tremonti per aver
incoraggiato le comunità locali ad utilizzare questi
strumenti derivati. Ma il nostro sistema bancario è meno
esposto di altri a rischi sistemici”. (Public Policy)
GAV