FISCO, COCA-COLA PREOCCUPATA PER EMENDAMENTO CHE ‘TASSA’ LE BIBITE

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FISCO, COCA-COLA PREOCCUPATA PER EMENDAMENTO CHE 'TASSA' LE BIBITE

(Public Policy) – Roma, 18 ott – Nel dietro le quinte dell’iter di conversione del dl Istruzione si sta consumando una vera e propria guerra dei nervi. Casus belli: la disperata ricerca delle coperture al decreto che induce componenti della commissione Cultura e i capi del legislativo di vari ministeri a scaricarsi reciprocamente l’onere di scelte difficili. Coprotagoniste: le imprese del comparto delle bevande dolci e analcoliche, e in prima linea, inevitabilmente, la Coca Cola.

Un emendamento, n. 25.4, presentato dal deputato Nazzareno Nicodemo del Pd avrebbe messo in forte allarme la multinazionale americana perché, se approvato, costringerebbe i produttori di bibite dolci a pagare 10 euro su ogni 100 litri di prodotto immessi sul mercato. Si legge nell’emendamento presentato il 10 ottobre all’articolo 25: “Per le finalità di educazione alimentare di cui al presente articolo, a decorrere dal 10 ottobre 2013 è introdotto un contributo straordinario a carico dei produttori di bevande analcoliche con zuccheri aggiunti e con edulcoranti e di bibite di fantasia, in ragione di 10 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato”.

Spetterà poi al ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il ministero della Salute, adottare entro 60 giorni il decreto per disciplinarne le modalità attuative. L’introduzione di un contributo straordinario sulle bevande analcoliche e sulle cosiddette “bibite di fantasia” andrebbe ad alleggerire i previsti aumenti delle accise sulla birra. Sempre secondo quanto stabilisce l’emendamento Nazzareno Nicodemo, le aliquote su quest’ultima dovrebbero essere ritoccate al ribasso, correggendo l’aumento previsto nel dl scuola: per l’anno in corso passerebbe da 2,66% a 2,35%, mentre dal 1° gennaio 2014 passerebbe da 2,99% a 2,48%.

Una situazione che crea problemi anche alla stessa Confindustria che dovrebbe dividersi tra due associate per la difesa degli interessi dei produttori di birra, AssoBirra, e la tutela degli interessi dei produttori di bevande dolci, Assobibe. In questo scenario, la Coca Cola giocherebbe una partita tutta per conto suo usando tutte le ‘armi’ a disposizione. In una delle ultime sedute in commissione, sarebbero state espresse forti preoccupazioni da parte degli uffici del ministero degli Affari Esteri perché il colosso americano avrebbe contattato la Farnesina prospettando addirittura l’abbandono del mercato italiano. Fanno parte della Coca Cola anche la Fanta, la Sprite, varie bevande al tè, e bibite sportive ed energizzanti.(Public Policy)

SAF