ROMA (Public Policy) – Introdurre nel codice penale il reato di ‘omicidio sul lavoro’. Lo chiede un emendamento presentato dal Movimento 5 stelle (primo firmatario Luca Pirondini) al ddl Lavoro, all’esame della 10a commissione di Palazzo Madama.
“Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali è punito con la reclusione da tre a otto anni“, si legge nel testo.
Sostanzialmente, quindi, con la proposta di modifica si chiede di inserire all’interno del testo di iniziativa della senatrice Paola Mancini (FdI) quanto già proposto dal senatore Pirondini tramite un ddl a sua firma.
Si passa, invece, alla reclusione da 4 a 10 anni nel caso in cui il datore di lavoro “cagioni per colpa la morte di una persona” e non abbia predisposto il documento di valutazione dei rischi “ovvero non abbia designato il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dei rischi e cagiona per colpa la morte di una persona”.
E, ancora, si legge nella proposta emendativa del Movimento 5 stelle, “se il fatto è commesso nell’esecuzione di un rapporto di lavoro irregolare sul piano contrattuale o contributivo, la pena è della reclusione da 5 a 11 anni”.
Inoltre, si prevede che “chiunque cagioni la morte di più persone, ovvero la morte di uno o più persone e lesioni a una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni diciotto“.
Infine, l’emendamento a prima firma del senatore Pirondini chiede anche l’introduzione del reato di ‘lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime’ prevedendo che “chiunque cagioni per colpa a una persona una lesione personale con violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali è punito con la reclusione da sei mesi a due anni per le lesioni gravi e da due a quattro anni per le lesioni gravissime”. (Public Policy) GPA