Imprese, l’Europarlamento spinge sulla partecipazione
dei dipendenti agli utili

0

ROMA (Public Policy) – Il Parlamento europeo “invita la Commissione e gli Stati membri a considerare misure appropriate per incoraggiare le aziende a sviluppare volontariamente e proporre misure di partecipazione finanziaria dei dipendenti”. È quanto si legge in una risoluzione approvata il 14 gennaio dall’Europarlamento, che ritorna sul tema del coinvolgimento dei lavoratori ai risultati delle imprese. Gli schemi Efp (Employee financial participation), raccomandano gli eurodeputati, devono essere aperti a tutti i dipendenti in una base “non discriminatoria” e tenendo conto della specifica situazione delle piccole, medie e micro imprese.

Poi un’indicazione specifica: “l’Europarlamento è dell’avviso che la Efp può essere anche una forma di bonus per l’impiegato, attraverso partecipazione al capitale o bond specifici, a seconda del prodotto finanziario utilizzato e del tipo di azienda”. Le misure di coinvolgimento devono essere inoltre “sostenibili sul lungo termine”, e basate “sul principio di partecipazione volontaria, uguaglianza tra lavoratori e due diligence, specialmente per le pmi”. La definizione di un quadro normativo sul coinvolgimento dei dipendenti agli utili, alla proprietà o anche alla gestione delle aziende è già oggetto di varie iniziative di legge avviate in Italia, e in esame alle Camere. Tre di queste sono calendarizzate in sede referente congiunta alle commissioni Lavoro e Finanze della Camera.

Si tratta di tre proposte di legge delega, rispettivamente a prima firma Edmondo Cirielli (FdI) per “l’adozione di uno ‘statuto partecipativo’ delle imprese finalizzato alla partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai risultati dell’impresa”, a firma Renata Polverini (FI) “Delega al Governo per l’introduzione di forme di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende”, e a prima firma Fabrizio di Stefano (FI) contenente “Disposizioni per favorire la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese”.

Un’altra proposta di legge assegnata in commissione Lavoro e sempre a firma Polverini (atto Camera 1376), oltre a proporre nuove norme sulla rappresentanza sindacale, contiene una delega al Governo per l’attuazione all’art. 46 della Costituzione, per il quale “la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”. Al Senato è invece in discussione, alla commissione Lavoro, un ddl che porta la firma del presidente dell’organo Maurizio Sacconi (Ncd), di Pietro Ichino (Sc), sottoscritto anche da senatori del Pd, Gal, FI.

Il progetto normativo è intitolato “Delega al Governo in materia di informazione e consultazione dei lavoratori, nonché per la definizione di misure per la democrazia economica”, e prescrive, per quanto riguarda il coinvolgimento del personale, “l’accesso privilegiato dei lavoratori dipendenti al possesso di azioni, quote del capitale dell’impresa, o diritti di opzione sulle stesse, direttamente o mediante la costituzione di fondazioni, di appositi enti in forma di società di investimento a capitale variabile, oppure di associazioni di lavoratori, i quali abbiano tra i propri scopi un utilizzo non speculativo delle partecipazioni e l’esercizio della rappresentanza collettiva nel governo dell’impresa”. (Public Policy)

LEP