Al via l’esame dei ddl di riforma della Rai: cosa prevedono

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ROMA (Public Policy) – Parte dalla commissione Ambiente-Lavori pubblici del Senato l’iter d’esame dei progetti di legge per la riforma della Rai. Martedì il primo passo, con l’incardinamento dei cinque disegni finora presentati, ma la lista di proposte al vaglio è destinata ad allungarsi. “Si aggiungerà un sesto disegno di legge di Avs – spiega uno dei due relatori Roberto Rosso (FI) – e poi anche una proposta da Fratelli d’Italia”.

Ci sarà poi da definire l’iter del lavori: “Prima – prosegue Rosso – una serie di audizioni, anche perché si tratta di proposte diverse, alcune si concentrano su questioni di governace, altre si allagano in altri ambiti. Poi – aggiunge – bisognerà decidere se fare un comitato ristretto, che è un’opzione per andare più spediti, oppure se procedere con un testo unificato o un testo base”.

Esprime soddisfazione, nel frattempo, la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia (M5s) che, con una lettera indirizzata alle commissioni parlamentari competenti, la scorsa settimana  aveva sollecitato l’incardinamento delle proposte di riforma:  “Siamo contenti che siano state incardinate le diverse proposte di legge per una riforma della Rai. Mi auguro che questa riforma sia più condivisa possibile e che la quadra che migliori la governance, strutturi le risorse e ridefinisca servizio pubblico possa essere trovata il prima possibile. Speriamo – ha concluso – che non si rallenti”.

Nel frattempo, Maurizio Gasparri (FI),  firmatario del primo ddl, ricordando che l’obiettivo è quello di una “riforma del sistema televisivo nel suo complesso”, preannuncia che anche dal suo partito, probabilmente, presenterà nuove proposte, “a partire dal sistema dei media al saccheggio digitale”, passando per “i giganti del web che non pagano le tasse”.

Il campo d’azione dei cinque ddl incardinati è già di per sé molto vasto: la proposta di Gasparri – presentata durante la scorsa legislatura – mira, spiega, “a ripristinare la precedente legge Gasparri nella sua integrita. Fu modificata in peggio da Renzi che introdusse la figura dell’amministratore delegato nominato dal Governo”.

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VAL