ROMA (Public Policy) – C’è una grande “criticità del funzionamento del sistema giudiziario. La situazione non è ancora soddisfacente” per un “eccessivo carico lavoro degli uffici giudiziari con oltre 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e 3,5 in quello penale”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, durante la relazione annuale sull’amministrazione della Giustizia, alla Camera. “Il sistema – ha aggiunto – continua ad essere in sofferenza nonostante la magistratura italiana è ai primi posti per produttività. Ma c’è un fenomeno imponente di dilatazione del lavoro giudiziario” che ha “cause molteplici che hanno radici varie, non ultime le trasformazioni della società moderna”.
IL DECRETO ‘SVUOTA CARCERI’
“I primi risultati (del decreto ‘svuota carceri’; Ndr) sono assai incoraggianti: al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326 (59.644 uomini e 2.682 donne), in progressivo decremento rispetto alla precedente rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056 detenuti. Si registra inoltre un sostanziale dimezzamento degli ingressi mensili”.
LA MEDIAZIONE
È obiettivo del ministero della Giustizia la “valorizzazione della media conciliazione” e l’impegno perché “sulla giustizia civile si torni a tempi fisiologici. Dai risultati dell’ultimo semestre 2013 emerge l’impatto positivo delle scelte già adottate e proseguite da questo governo. Si evidenzia un calo delle pendenze del 4% che arriva al 6% in appello e al 20% per i ricorsi per irragionevole durata dei processi. Sono convinta – ha detto Cancellieri – che la mediazione obbligatoria sia di grande efficacia”.
AMNISTIA E INDULTO
“Al Parlamento poi spetterà scegliere se ricorrere agli strumenti straordinari evocati dal presidente della Repubblica con i quali certo potremmo rispondere celermente alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa. Certo non avrebbero effetti solo per un breve periodo come in passato” grazie alle “riforme già messe in atto”.
LA NUOVA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA
“Ritengo che l’attuazione della riforma della nuova geografia giudiziaria abbia un’importanza strategica. Il sistema era caratterizzato da una grave arretratezza: la carta giudiziaria italiana che risaliva, in gran parte, alla seconda metà dell’800, era fonte di diseconomie organizzative e costi elevati”
“Dalla attuazione della riforma – ha aggiunto il ministro – ci si attende non soltanto significativi risparmi di spesa, ma, soprattutto, un netto recupero di efficienza in forza della migliore distribuzione della scarse risorse. La riforma – ha aggiunto Cancellieri – assicurerà anche maggiore prevedibilità e qualità delle decisioni giudiziarie, fattore rilevantissimo per attrarre nel nostro Paese gli investitori internazionali”.
“L’analisi delle serie statistiche dell’ultimo trentennio – ha proseguito la Guardasigilli – mostra che gli uffici giudiziari di maggiore efficienza sono quelli di medie dimensioni, con una dotazione di magistrati giudicanti compresa tra 30 e 60 unità: per questo non solo sono state eliminate le strutture di modeste dimensioni, dove in alcuni casi era evidente la sproporzione tra il numero di persone addette all’ufficio ed il basso carico di lavoro, ma è stata anche alleggerita la pressione sugli uffici metropolitani di maggiori dimensioni, come Milano, Torino e Napoli”. (Public Policy)
VIC