Cosa ne pensa il Cnr del regolamento Ue sui fertilizzanti

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ROMA (Public Policy) – “La visione politica delineata nella proposta di Regolamento deve trovare forti e concreti elementi di riscontro in strumenti normativi che attengono al tema dei rifiuti e della depurazione delle acque, della salvaguardia del suolo e dell’ambiente, delle politiche energetiche, della lotta ai cambiamenti climatici, della chimica verde, dell’etichettatura, della bio-economia, del miglioramento della cooperazione intersettoriale e della collaborazione tra soggetti pubblici e privati (ad esempio tramite modelli di simbiosi industriale), del flusso illegale dei rifiuti, inclusi quelli pericolosi“.

È quanto si legge in un documento del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) depositato in commissione Agricoltura al Senato in occasione di una audizione sulla proposta di Regolamento Ue sul mercato di prodotti fertilizzanti con marcatura CE.

Entrando nel merito della proposta Ue, il Cnr sottolinea come, relativamente alle matrici in ingresso agli impianti di digestione anaerobica, il testo tenda “a non fare distinzioni tra rifiuto organico, effluenti zootecnici e sottoprodotto agricolo e, in particolare, identifica due categorie di materiali costituenti: digestato di colture energetiche e digestato diverso da quello di colture energetiche, ottenuto da altri materiali tra cui i rifiuti organici”.

Il Cnr, sottolineando come questa previsione sia lontana dalla realtà italiana, chiede quindi di “specificare che gli impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas che utilizzano effluenti zootecnici di origine agricola siano classificati come impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, diversamente da impianti di biogas che utilizzano rifiuti classificabili come impianti di trattamento e recupero”.

Inoltre il Cnr chiede di inserire, nella proposta di Regolamento, la torba e la lignite tra gli ammendanti organici naturali.

Rispetto ai sottoprodotti dell’industria alimentare il Cnr evidenzia come nel Regolamento siano “inclusi solamente la calce dell’industria alimentare, le melasse e la borlanda. Poiché nel territorio italiano ed in quello di altri Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo – si legge nel documento – sussistono differenti e numerose attività agroindustriali si ritiene importante includere in questa cmc (categorie di materiali costituenti; Ndr) anche tutti gli altri sottoprodotti provenienti dall’attività alimentare e agroindustriale (ad esempio sottoprodotti dell’industria conserviera, di estrazione dei succhi di frutta, del vino e della birra, ecc. in forma di panelli o in altra forma)”.

Il Regolamento, infine, in tema di controlli, affronta aspetti riferiti agli obblighi degli operatori economici, alla conformità dei prodotti fertilizzanti con marcatura CE, alla notifica da parte degli Stati membri degli organismi autorizzati a svolgere, in qualità di terzi, compiti di valutazione della conformità, alla vigilanza del mercato.

Da questo punto di vista il Cnr sottolinea come sia “utile che la strategia di controllo sia necessariamente estesa a tutta la filiera di operatori economici interessati alla produzione di fertilizzanti recanti la marcatura CE, interessando gli operatori di recupero privati e pubblici (quali gli operatori degli impianti di trattamento delle acque reflue o degli stabilimenti di gestione dei rifiuti che producono compost o digestato), i produttori di fertilizzanti, i rappresentanti autorizzati, gli importatori/esportatori, gli intermediari, la rete di distribuzione, di concerto con gli organismi nazionali di accreditamento e gli organismi di valutazione della conformità“. (Public Policy) NAF