(Public Policy) – Roma, 28 ago – “La diminuzione registrata
nel mese di giugno segnala come i deboli e ancora incerti
segnali di ripresa dell’economia rilevati nei periodi più
recenti non abbiano prodotto alcun effetto sui consumi delle
famiglie”. Questo il commento dell’Ufficio studi
Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio diffusi
dall’Istat (vedi Public Policy “CONSUMI, ISTAT: A GIUGNO…”
delle 10,25).
Poi Confcommercio riporta come nel primo semestre le
vendite, a valore, si siano ridotte del 3% rispetto allo
scorso anno, con conseguente -4,4% dei volumi acquistati
rispetto al gennaio-giugno 2012.
“Rimane, dunque, prioritario ed imprescindibile evitare
definitivamente l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% –
concludono gli analisti Confcommercio – e sarebbe peraltro
impensabile ricorrere a tale aumento per cercare le risorse
necessarie all’eliminazione dell’Imu, perché di tutto c’è
bisogno fuorché di un aumento di imposizione fiscale che
stroncherebbe sul nascere qualsiasi possibilità di un
miglioramento dei consumi e il conseguente consolidamento
del quadro economico”. (Public Policy)
SPE